REGGIO CALABRIA I carabinieri del Ros, nell’ambito dell’indagine denominata “Ducale” coordinata dalla Dda su rapporti tra ‘ndrangheta e politica a Reggio Calabria che l’11 giugno scorso ha portato all’emissione di 14 misure cautelari, hanno installato una microspia nel “tempio” di una loggia massonica del Grande oriente d’Italia. L’indagine vede al centro la cosca di ‘ndrangheta degli Araniti. Sulla base delle indicazioni fornite dal collaboratore di giustizia Mario Chindemi, il procuratore Giovanni Bombardieri, gli aggiunti Stefano Musolino e Walter Ignazitto e il sostituto procuratore Salvatore Rossello hanno individuato un capannone, nella frazione “Gallico”, in cui si riunivano i massoni iscritti alla loggia “Sirius Vera Luce n.234” rispondente «al Grande Oriente di Italia obbedienza Piazza del Gesù». A capo della loggia c’era il gran maestro Carmelo Stelitano, un ex funzionario della Città metropolitana di Reggio Calabria che è indagato per scambio elettorale politico mafioso assieme al consigliere comunale della Lega Mario Cardia, che aveva aderito anch’egli alla loggia.
«Bisogna dare a tutti la possibilità di poter dimostrare la propria estraneità alle eventuali contestazioni che vengono avanzate a loro carico. Se quanto sta emergendo dall’inchiesta dovesse trovare conferma, appare comunque più che evidente che bisogna, da una parte, avere fiducia nella giustizia ed augurare un pronto chiarimento, ma assumere, dall’altra, una posizione netta, con l’immediata sospensione dell’interessato. È questa la linea del partito già utilizzata nel passato». Lo affermano, in una nota, il Commissario regionale della Calabria della Lega, Giacomo Saccomanno, ed il segretario provinciale di Reggio del partito, Franco Recupero, in merito al coinvolgimento nell’inchiesta “Ducale” del consigliere comunale Mario Cardia, a carico del quale viene ipotizzato il reato di scambio elettorale politico mafioso. «Il consigliere Cardia, interpellato – aggiungono Saccomanno e Recupero – ha confermato di non aver ricevuto alcun atto giudiziario e, quindi, di essere all’oscuro di quanto si legge sulla stampa. Si prende atto di tale dichiarazione e non si può non evidenziare che, ancora una volta, gli organi d’informazione annunciano quanto dovrebbero prima sapere e conoscere gli interessati». (Ansa)
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