CATANZARO Sono state confermate in Appello sette condanne emesse nei confronti degli imputati nel processo “Eleo” nato dall’inchiesta della Dda di Catanzaro contro la presunta cosca di Petilia Policastro, scattata nel 2021 con il fermo di 12 persone, con le indagini che – secondo gli inquirenti – avevano fatto luce sul rogo della seggiovia del “Villaggio Palumbo” di Trepidò, appiccato a novembre 2017, ma anche su una serie di estorsioni che sarebbero state messe a segno ai danni delle strutture ricettive di Cotronei.
I giudici hanno quindi confermato i 12 anni per Domenico Bruno e poi: 12 anni per Massimo Cosco; 13 anni e 10 mesi per Giuseppe Garofalo; 6 anni per Alessandro Gelfo; 6 anni e 4 mesi per Antonio Gelfo; 12 anni e 6 mesi per Pierluigi Ierardi e 13 anni e 8 mesi per Oreste Vona. Sentenza ribaltata, invece, per Ivano Mirabelli, assolto, mentre in primo grado gli erano stati inflitti 4 anni di reclusione.
In quella occasione furono arrestate 11 persone alle quali un mese più tardi se ne aggiunsero altre sette, tutte accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, usura, detenzione di armi, furti e danneggiamenti.
L’indagine rivelò la pervasività della cosca, che si era riorganizzata dopo la scarcerazione di alcuni elementi di spicco, in quasi tutte le attività economiche dalla zona, dal commercio del legno alle attività ricettive di località turistiche silane, come quelle del vicino comune di Cotronei dove venne appiccato il fuoco alla seggiovia del villaggio Palumbo. l blitz evitò inoltre una guerra tra clan che da lì a breve avrebbe potuto insanguinare i boschi della Sila crotonese: furono ritrovati kalashnikov e fucili, nascosti sotto terra in frigoriferi e congelatori, pronti ad essere usati.
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