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l’inchiesta

Fiumi di denaro dei clan ripuliti nel cinema, a Roma indagato anche un produttore

Si tratta di Daniele Muscariello, già arrestato per riciclaggio nella veste di fiduciario degli stessi clan

Pubblicato il: 09/07/2024 – 21:45
Fiumi di denaro dei clan ripuliti nel cinema, a Roma indagato anche un produttore

ROMA Una vera e propria centrale di riciclaggio nella capitale al servizio dei clan, dove a muovere i fili erano i figli di “vecchi” boss. Fiumi di denaro che venivano ripuliti nel settore degli idrocarburi e in quello cinematografico, attraverso società cartiere intestate a prestanome, con l’aiuto di professionisti e imprenditori compiacenti. All’alba è scattato il blitz della Direzione investigativa antimafia che ha eseguito 18 arresti in tutta Italia. Le accuse sono, a vario titolo, di associazione a delinquere con l’aggravante mafiosa finalizzata alle estorsioni, usura, fittizia intestazione di beni, riciclaggio, autoriciclaggio e armi. Sequestrati beni per oltre 131 milioni di euro. Cinquantasette gli indagati. A finire in manette anche due “figli d’arte”: Antonio Nicoletti, figlio di Enrico, lo storico cassiere della banda della Magliana, e Vincenzo Senese, primogenito del boss Michele detto “o pazz”. Per gli inquirenti avevano un ruolo di spicco nel riciclaggio del denaro sporco.
Coinvolti anche il produttore cinematografico Daniele Muscariello, già arrestato un anno fa per riciclaggio, nella veste di fiduciario degli stessi clan, e Angelo Calculli ex manager musicale di Achille Lauro. Tre le società riconducibili a Calculli che sono state sequestrate. Fra i 57 indagati figurano Domitilla Strina, la figlia di Anna Betz nota come Lady Petrolio, e l’ex calciatore Giorgio Bresciani che esordì nel 1987 in serie A con la maglia del Torino.

I soldi ripuliti nel cinema e negli idrocarburi

Dall’attività d’indagine, avviata nel 2018 dalla Dia di Roma e coordinata dalla Dda capitolina, è emersa l’esistenza di due gruppi criminali che riciclavano per varie articolazioni, dalla camorra campana alla ‘ndrangheta calabrese, ingenti somme di denaro che veniva ripulito in diversi settori, in particolare negli idrocarburi e in quello cinematografico. Venivano costituite società fittizie per emettere false fatturazioni grazie al supporto fornito da imprenditori e da liberi professionisti compiacenti, tra cui un commercialista. (Ansa)

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