«Vi parlo di una quarta parete che riguarda le ferrovie, molto amara. Molti di voi hanno appreso da siti e giornali, per chi li legge, che un ragazzo di 18 anni da Civitanova Marche a Pescara si è appeso ad un treno, per fortuna non si è fatto male, e pare che sia la seconda volta che fa questa impresa, ovviamente era una sfida social. Invece, sui giornali nazionali, su molti siti con piccole parentesi, non troverete una notizia che è ancora in corso e che è accaduta ieri. Cioè, che i treni da Salerno verso la Sicilia, con conseguenze sulla rete nazionale, si sono interrotti con tragici ritardi e disservizi, vere e proprie torture per quei viaggiatori che ci sono incappati, nel silenzio mediatico più totale. Non perché ci sia un complotto, ma perché noi giornalisti dobbiamo fare un’autocritica». È questo lo spunto dell’ultima puntata di “Quarta Parete”, rubrica curata da Paride Leporace e in onda ogni mercoledì su L’altro Corriere Tv.
Spazio, dunque, ai disagi registrati ieri tra le stazioni di Pisciotta e Policastro, con il deragliamento di un treno merci con ben sei vagoni, senza per fortuna causare vittime o feriti. «Chi era in viaggio dal nord ha interrotto il suo percorso, è dovuto scendere a Roma, a Firenze, a Napoli al massimo, non si viaggiava dal sud, non si partiva dal sud ed ancora oggi non si parte, i treni sono stati annullati con servizi sostitutivi di pullman che sono arrivati molto tardi. Il consiglio che da RFI e Trenitalia e di non mettersi in viaggio, di trovare via alternativa». «Insomma, sbrigatemela come potete se abitate in Sicilia, in Calabria, se siete su questa maledetta linea».
Leporace poi si sofferma sulla stazione di Pisciotta, «una di quelle tante stazioni in Italia e soprattutto nel sud dove non ci sta nessuno. Non c’è la biglietteria, non c’è un capotreno, non c’è un capo stazione, non c’è neanche uno che ti dà un bicchiere d’acqua. E quindi i viaggiatori sono stati costretti, con poche notizie, in grave disagio, con il caldo, a rimanere fermi dalle 4 del pomeriggio di un caldissimo giorno di luglio, fino alle 22.35 circa. Solo a quell’ora il treno si è mosso e dopo una rivolta, direi popolare, di queste 250 persone, molti bambini, anche i disabili. Sono arrivati a Salerno alle 2 di notte».
«Tutto questo – osserva Leporace – è profondamente immorale. Solo alle 5 del mattino di stamattina a Salerno hanno ottenuto l’autorizzazione di potersi spostare gratuitamente su una Freccia che raggiungeva Milano per tentare di tornare a casa tra mille peripezie. Nessuno lo racconta, ripeto, poche righe in cronaca di chi annunciava nuovi treni per la Costa degli Dei, oppure “Il Mattino”, giornale nato per le rivendicazioni del Sud, che mette questa notizia che io vi sto raccontando a fondo pagina, molto piccola, pagina nove perché le otto precedenti magnificavano il lavoro del governo per il Sud. C’è bisogno di ribellione, c’è bisogno di racconto. Al Sud dove aspettiamo che facciano un ponte che non sappiamo quando faranno e che ci diano un’alta velocità che probabilmente mai vedremo».
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