LONDRA Termina in semifinale il sogno di Lorenzo Musetti sui prati di Wimbledon: di fronte a Novak Djokovic, sette volte vincitore dei Championships, il carrarino gioca un match (quasi) alla pari, deliziando il Centre Court con alcune gemme del suo tennis di puro talento, ma nei momenti chiave dell’incontro è il serbo a salire in cattedra, dall’alto anche della sua maggiore esperienza, per regalarsi la decima finale in carriera all’All England Club, rivincita dell’epilogo 2023, ancora una volta contro Carlos Alcaraz. Infinito Djokovic: in tre set (6-4- 7-6(2), 6-4), conquista la 37/a finale Slam, la sesta dopo aver compiuto 35 anni, eguagliando il primato nell’era Open dell’australiano Ken Rosewall. Ma non solo: diventa il primo giocatore (sempre nell’era Open) con tre finali sui prati di Church Road (dopo i 35 anni), portando a 98 le vittorie (11 sconfitte) sull’erba più esclusiva. L’ennesimo squillo di una carriera sempre più straordinaria: dieci vittorie e solo tre sconfitte nelle 13 semifinali giocate a Wimbledon, 37 successi (e 12 sconfitte) in tutti gli Slam. Come se fosse riuscito a fermare il tempo: dal 2015 ad oggi, Djokovic ha perso solo due semifinali Slam, la seconda quest’anno a Melbourne contro Jannik Sinner. Per Musetti, l’onore delle armi, e la consapevolezza di aver raggiunto una nuova dimensione tennistica, certificata dal salto in avanti nel ranking mondiale, dato che da lunedì sarà n.16. Il primo break del match arriva già al sesto game, quando Djokovic scappa avanti 4-2. Quando il serbo va al servizio per chiudere la prima frazione, Musetti recupera il break, salvo poi cedere nuovamente servizio, e set. Immediata la reazione del carrarino, che apre il secondo set strappando nuovamente il servizio a Djokovic. Il suo vantaggio, però, dura pochissimo e la frazione si trascina al tie-break, che Djokovic domina senza fatica. Nel terzo set Musetti lotta quanto può, ma il serbo sente ormai l’odore della vittoria: scappa avanti senza più concedere chance. Musetti salva tre match-point di fila nel nono game, e ha un’occasione per strappare il servizio al serbo nel gioco successivo. Prima di arrendersi in 2h48′, nella semifinale con la più ampia differenza d’età tra i due rivali in campo (15 anni, Djokovic 37 e Musetti 22). “Wimbledon è speciale per me, quando avevo sette anni e vivevo in Serbia sotto le bombe, sognavo di giocare e vincere questo torneo. È per questo che ho voluto fino all’ultimo provare ad essere in tabellone nonostante l’operazione al ginocchio. Ma alla fine ho deciso di giocare perché avevo la sensazione di poter arrivare fino in fondo. Ma non mi basta, in finale voglio alzare al cielo la coppa”. Domenica, dunque, Djokovic ritroverà dall’altra parte della rete ancora Alcaraz, vincitore in quattro set su Daniil Medvedev (6-7(1), 6-3, 6-4, 6-4). “Spero che il risultato sia diverso rispetto all’anno scorso. Carlos è un perfetto esempio di giovane con un grande equilibrio dentro e fuori dal campo, è per quello che la gente lo ama così tanto. È il più grande 20enne che il tennis abbia mai avuto, e di sicuro vincerà tanti Slam in futuro, ma spero non domenica. Da parte mia, so quello che mi aspetta, e so che dovrò tirar fuori il meglio di me stesso”. Per lo spagnolo n.3, detentore del titolo – che sogna di diventare il terzo tennista a trionfare più una volta ai Championships prima dei 21 anni d’età – si tratta della 13/a vittoria consecutiva in match dello Slam, dopo il successo al Roland Garros. “Sono molto contento della mia partita. Sono sceso in campo un po’ nervoso, ma poi mi sono concentrato nella gestione delle emozioni, e ci sono riuscito, finendo per giocare il mio tennis”. Sono cinque i precedenti con Djokovic che conduce 3-2: l’epilogo dell’edizione n.137 dei Championships sarà la rivincita della finale dell’anno scorso, chiusasi al quinto set. Domani, Italia sarà ancora protagonista all’All England Club, con Jasmine Paolini sogna di riscrivere la storia del tennis italiano, diventando la prima azzurra a vincere il torneo più antico e prestigioso. Contro la ceca Barbora Krejcikova, n.31 del seeding, e già vincitrice del Roland Garros tre anni fa, c’è un solo precedente, che risale agli Australian Open 2018: all’epoca si impose facilmente Krejcikova, ma questo “pazzo” 2024 (come definito dalla stessa italiana) non smette di regalare sorprese.
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