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l’iniziativa

Montalto Uffugo, un Comitato spontaneo di cittadini contro la Legge Calderoli

La prima richiesta è una discussione in Consiglio Comunale sugli effetti che la legge potrebbe provocare

Pubblicato il: 13/07/2024 – 11:11
Montalto Uffugo, un Comitato spontaneo di cittadini contro la Legge Calderoli

COSENZA Nasce a Montalto Uffugo il Comitato spontaneo di cittadini contro la Legge Calderoli. Un gruppo eterogeneo, con diverse appartenenze politiche, che hanno deciso di impegnarsi e dare il loro contributo alla battaglia contro l’autonomia differenziata, convinti che rappresenti un rischio di frantumazione e di disaggregazione territoriale e sociale al quale non si può restare indifferenti. Il primo atto del Comitato è un accorato appello a tutti i rappresentanti istituzionali del Comune di Montalto Uffugo, riprendendo anche le parole di monsignor Giovanni Checchinato Arcivescovo metropolita di Cosenza-Bisignano, affinché si apra in Consiglio Comunale una discussione non ideologica sugli effetti che la Legge si immagina possa provocare. Al tempo stesso si invitano tutti i cittadini a fornire il loro contributo partecipando alla raccolta firme per l’abrogazione della stessa legge.

L’appello

«Siamo un gruppo che si è formato spontaneamente raccogliendo l’accorato appello
della senatrice Liliana Segre: “non voglio, non posso tacere”. Siamo persone di
diverse appartenenze politiche, a volte con visioni diverse del mondo, animate da
culture non sempre simili, ognuno con un bagaglio piccolo o grande del proprio
vissuto, ma tutte che si riconoscono nell’invocazione: “ non voglio, non posso
tacere”. Non possiamo più tacere osservando la deriva verso cui sta sprofondando il
nostro Paese con la legge sull’autonomia differenziata e la proposta di legge
costituzionale sul premierato.
Ci siamo ritrovati per scambiarci idee, disegnare percorsi, per discutere sul che fare
adesso per cercare di dare un piccolissimo contributo al fine fermare questa deriva.
Questa legge produce aumento di diseguaglianze e povertà, ancora più
insopportabili dopo anni di politiche di austerità, dopo la pandemia, in presenza di
guerre commerciali, tecnologiche e finanziarie. Abbiamo assistito in questi anni ad
uno scambio: progresso contro diritti sociali sino a ridurre gli uomini in schiavitù.
Con la legge sull’autonomia differenziata l’Italia sarà divisa in tanti piccolo stati, in
tante piccole patrie, con regolamenti procedure e funzioni diverse. Sembra di
rivedere l’Italia preunitaria. Forse peggio di allora. Adesso a governare saranno venti
sistemi di potere famelici, centralizzati. L’istituto regionale accentuerà le sue
caratteristiche di catafalco irriformabile con grande delusione per chi ha creduto e
crede ancora nel regionalismo, fondato sui fabbisogni di territori e comunità. Una
divisione che fa paura anche alle di imprese che si troveranno a combattere con un
coacervo di norme e regolamenti. Non ci saranno politiche nazionali necessarie in
settori come l’energia, per potere competere come sistema paese in Europa e nel
mondo».

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