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‘Ndrangheta, la «comitiva» di Fiorillo condannata a 13 anni ciascuno. «Smerciavano la droga su Vibo»

Rese note le motivazioni della Corte d’Appello sulle pene inflitte ai “piscopisani” Nazzareno Galati, Francesco Felice e Benito La Bella

Pubblicato il: 13/07/2024 – 19:31
‘Ndrangheta, la «comitiva» di Fiorillo condannata a 13 anni ciascuno. «Smerciavano la droga su Vibo»

VIBO VALENTIA Secondo il collaboratore Raffaele Moscato erano «soggetti da battezzare in futuro», ma soprattutto «vicini a Rosario Fiorillo», presunto boss dei piscopisani condannato a 19 anni di carcere nel rito abbreviato di Rimpiazzo. Per chi, invece, ha scelto il processo ordinario, la sentenza d’appello è arrivata solo lo scorso marzo, mentre in questi giorni sono state rese note le motivazioni che hanno portato alla conferma di quasi tutte le condanne. Tra queste quelle di Benito La Bella, Nazzareno Galati e Francesco Felice, tutti e tre condannati esattamente alla pena di 13 anni e 8 mesi. Sono loro i “soggetti” a cui si riferisce il pentito con un passato criminale nel clan dei piscopisani, la cui rilevanza sul territorio vibonese viene riconosciuta nella stessa sentenza. Per la Corte d’Appello regge l’accusa verso il trio, rigettando invece le tesi difensive proposte dai legali degli imputati.

Una «comitiva»

In particolare, alla «comitiva» vicina a Fiorillo venivano contestati il reato di associazione mafiosa e di far parte di un’organizzazione dedita al narcotraffico. Ritenute nella sentenza rilevanti le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Raffaele Moscato. «Quelli è come se appartenevano dalla A alla Z al locale di Piscopio, erano vicini al massimo di Fiorillo Rosario, anche perché si sono cresciuti» ha raccontato ai pm, aggiungendo che «erano soggetti da battezzare in futuro». I tre imputati «erano le persone di fiducia, nel senso se dovevano spacciargli la droga gliela spacciavano». Emblematica la frase rilasciata in udienza nel 2021: «Citolla, Nazzareno Galati, Benito La Bella, Rosario
Fiorillo, era una comitiva loro». Un legame molto stretto, soprattutto, tra Galati e Fiorillo anche se il primo «non era affiliato, proprio affiliato, però Rosario Fiorillo non lo voleva toccare e nemmeno gli altri Piscopisani».

I danneggiamenti e il narcotraffico

Il pentito rivela poi che Felice e Galati avrebbero incendiato l’auto di un terzo soggetto, episodio per cui sono stati assolti in primo grado, ma accusa che per i giudici d’appello «può dirsi pienamente riscontrata». Le prove ricostruite dagli inquirenti sarebbero state «più che sufficienti a sostenere la responsabilità del Galati e del Felice per il danneggiamento», ma, sottolineano, la sentenza di assoluzione non è stata appellata dal pm e dunque non può essere riformulata. Tuttavia, la vicenda «manifesta oggettivamente la conferma del legame esistente tra il Galati, il Felice ed il La Bella Benito tra di loro e manifesta altresì la posizione di loro sodalità subordinata rispetto al Fiorillo Rosario». Pesano poi le dichiarazioni di Bartolomeo Arena, che se per i legali dei tre imputati si tratta di ricostruzioni generiche, per i giudici al contrario completano il quadro probatorio. Il pentito, a differenza di Moscato, parla di Galati come già «affiliato ai piscopisani», mentre su La Bella riferisce «che anche lui era inserito nella consorteria, e che ha sempre trafficato stupefacenti». A consolidare l’accusa, per il collegio giudicante, è il loro «coinvolgimento nel grosso traffico di sostanze stupefacenti». «È provata – scrivono – l’esistenza e l’operatività di una stabile struttura associativa» dedita al narcotraffico, a cui avrebbero contribuito anche i tre imputati. Sarebbero stati loro, secondo Moscato, quelli che «curavano essenzialmente la vendita dello stupefacente» a Vibo Valentia. (Ma.Ru.)

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