ROMA Neanche il tempo di riprendersi dallo shock della sparatoria a Butler che Donald Trump torna a caricare i suoi.
«In questo momento è più importante che mai rimanere uniti e mostrare il nostro vero carattere di americani, rimanendo forti e determinati e non permettendo al male di vincere», è l’appello dell’ex presidente convinto che «solo Dio ha impedito che l’impensabile accadesse». L’appuntamento è per domani alla convention repubblicana di Milwaukee: «Non vedo l’ora di parlare alla nostra grande nazione questa settimana dal Wisconsin», chiama alla mobilitazione il Tycoon.
Mentre l’Fbi è al lavoro per ricostruire l’attentato e il movente che ha spinto Matthew Crooks a salire sul tetto e a sparare, crescono le accuse al Secret Service. Stephen Moore, consigliere senior della campagna di Donald Trump, nota che «se il proiettile fosse arrivato ad un pollice più in là rispetto alla testa di Trump, si sarebbe trattato di un assassinio». E incalza: «Di sicuro Trump ha bisogno di maggiore protezione: ora ci si chiede se al Secret Service fossero completamente preparati». Il comitato di vigilanza della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, guidata dai repubblicani, ha convocato la direttrice del Secret Service Kimberly Cheatle per testimoniare in un’udienza prevista per il 22 luglio. I servizi smentiscono però le affermazioni di aver rifiutato una protezione aggiuntiva per il tycoon.
D’altra parte più testimoni raccontano di aver visto un uomo che si muoveva da un tetto all’altro e di averlo segnalato alle forze dell’ordine che sono rimaste inermi prima che si scatenasse il panico con gli spari. Come dimostra la foto del New York Times, e come conferma un medico presente al comizio, i proiettili sono partiti dalla sinistra dell’ex presidente.
Sette-dieci colpi, uno dei quali ha colpito alla nuca un uomo sugli spalti all’estrema sinistra che è morto sul colpo. Ferite altre due persone. Le autorità locali hanno riferito che l’attentatore aveva materiale esplosivo nell’auto con la quale ha guidato fino al comizio. Secondo fonti informate al New York Times, la polizia avrebbe trovato un altro ordigno esplosivo in casa.
«Era ovvio per tutti gli osservatori esterni che la vita di Trump fosse in pericolo», commenta il Cremlino aggiungendo che la Russia «condanna in modo risoluto ogni espressione di violenza durante una battaglia politica».
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ribadisce «la profonda vicinanza agli Stati Uniti» e condanna «la violenza che non può avere spazio nel dibattito democratico». Concetti espressi anche dal Cancelliere tedesco Olaf Scholz che ha definito l’aggressione a Trump «uno spregevole atto di violenza che minaccia la democrazia». Per il premier spagnolo Pedro Sanchez, «l’odio e la violenza non hanno spazio in una democrazia». Anche secondo il presidente indiano, Narendra Modi, «la violenza non ha posto nella politica». Infine, il presidente cinese Xi Jinping ha espresso a sua «solidarietà e compassione» nei confronti del 54esimo presidente degli Stati Uniti.
Una telefonata tra i rivali «breve e rispettosa». È quanto riferisce una fonte alla tv statunitense Cnn descrivendo il colloquio telefonico tra il presidente Joe Biden e Donald Trump avvenuto dopo l’attentato in Pennsylvania. L’avversario Joe Biden aveva subito condannato l’attacco dichiarando che «non c’è posto per la violenza negli Stati Uniti».
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