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tra arte e psicologia

Il ricercatore Unical che ha decifrato il sorriso della Gioconda

Alessandro Soranzo spiega perché in base alla percezione l’aspetto di Monna Lisa cambi facendola apparire soddisfatta o malinconica

Pubblicato il: 14/07/2024 – 14:59
di Eugenio Furia
Il ricercatore Unical che ha decifrato il sorriso della Gioconda

COSENZA Alessandro Soranzo è da poco in forze all’Università della Calabria, nel Dipartimento di Fisica, e questa è già una buona notizia perché per una volta non si parla di un cervello “in fuga” ma di rientro dopo oltre vent’anni di lavoro in Inghilterra come professore di psicologia cognitiva.
Una conoscenza che da tempo Soranzo applica all’arte e in particolare alla Gioconda: di recente ha firmato una pubblicazione, a qualche anno da una sorprendente scoperta sullo stesso tema che aveva catturato l’attenzione della stampa e media internazionali: su Vision Research aveva dimostrato – in coppia con Michael Newberry, suo collega alla Sheffield Hallam University – che il sorriso più famoso  e insieme enigmatico della storia dell’arte era stato già dipinto da Leonardo ne “La bella principessa” (databile attorno al 1495 dunque precedente di circa un decennio rispetto al più celebre dipinto oggi esposto al Louvre).
Il suo ultimo lavoro s’intitola “The psychology of Mona Lisa’s smile” ed è stato pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Scientific Reports del gruppo Nature. Questo studio fa luce sull’intersezione tra psicologia e arte, offrendo nuove prospettive su capolavori senza tempo.

Di cosa si tratta

In sintesi, lo studio esplora come la percezione di contentezza o malinconia nel sorriso della Monna Lisa sia influenzata dalla visibilità dei dettagli nell’area attorno alla bocca. L’articolo discute il ruolo dei coni e dei bastoncelli (cellule della retina decisive nella percezione di luce e colore) nel percepire diverse emozioni: Soranzo dimostra che la zona attorno alla bocca sottilmente sfumata da Leonardo e definita “Tocco artistico di ambiguità” giochi un ruolo cruciale nell’espressione percepita. Infatti, manipolando la visibilità e la posizione del Tocco artistico di ambiguità gli esperimenti dimostrano quanto questa zona sia importante e quanto la sua organizzazione psicologica influenzi l’interpretazione delle espressioni nei ritratti di Leonardo.
L’espressione ambigua della Gioconda affascina gli spettatori da secoli, suggerendo diverse spiegazioni. Questo articolo propone una nuova interpretazione fondata sulla teoria psicologica dell’organizzazione percettiva. Al centro dell’indagine c’è la “ambiguity-nuance” (ambiguità-sfumatura), una regione leggermente sfumata che incornicia la parte superiore delle labbra, che si ipotizza influenzi l’espressione percepita a causa dell’organizzazione percettiva. Attraverso opere d’arte realizzate con cura e manipolazioni sistematiche delle riproduzioni della Gioconda, gli esperimenti rivelano come le alterazioni nelle relazioni percettive dell’ambiguità-sfumatura producono cambiamenti significativi nell’espressione percepita, spiegando perché l’aspetto della Gioconda cambia e in quali condizioni appare soddisfatta rispetto a quella malinconica in base alla percezione. Questi risultati sottolineano il ruolo chiave dei principi psicologici nel dare forma alle espressioni ambigue nella Gioconda e si estendono ad altri ritratti di Leonardo, ovvero proprio La Bella Principessa e la Scapigliata.

La Bella Principessa e la Scapigliata
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