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La grande sete della Calabria: è la terza regione più “idrovora” d’Italia

Tra le meno virtuose nel rapporto tra prelievi idrici totali e disponibilità di acqua superficiale e sotterranea. Sorpresa (positiva) Sorical

Pubblicato il: 15/07/2024 – 15:55
di Eugenio Furia
La grande sete della Calabria: è la terza regione più “idrovora” d’Italia

LAMEZIA TERME Una regione virtuosa nel sistema delle dighe e della gestione unica del servizio idrico integrato, ma ancora troppo assetata, o meglio vocata a un consumo d’acqua tra i più alti d’Italia. È la fotografia che emerge analizzando i dati raccolti nel “Libro bianco 2024 – Valore Acqua per l’Italia” per Teha, The European House Ambrosetti.

Lo stress idrico

Storicamente l’Italia è uno dei Paesi dell’Unione Europea con la più alta quota di territorio esposta a stress idrico molto elevato (lo stress idrico è il rapporto tra prelievi idrici totali e disponibilità di acqua superficiale e sotterranea). Insieme a Cipro, Belgio, Grecia, Spagna e Portogallo, il nostro Paese presenta infatti una notevole estensione di territorio (12 Regioni su 20) con un tasso di stress idrico superiore all’80%. In dettaglio, Sicilia, Puglia e Calabria occupano le prime 3 posizioni per stress idrico, mentre il Trentino-Alto Adige l’ultima, presentando uno stress medio-basso. In particolare, nonostante questo contesto di «crescente stress idrico» che il territorio nazionale sta vivendo, l’Italia si conferma come uno dei Paesi più idrovori d’Europa, posizionandosi al 1° posto per consumo di acqua minerale in bottiglia, con 249 litri pro capite (159 litri in più della media Ue27+Uk), e al 3° posto per consumo domestico di acqua potabile, con 62 metri cubi annui pro capite (rispetto a una media europea di 45).

Acqua erogata per usi autorizzati pro capite per Regione (l/abitante/gg e variazione % 2018-2020; elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Istat, 2024)

Una regione sul podio delle più idrovore

La Calabria si piazza al terzo posto anche nella classifica dell’Acqua erogata per usi autorizzati pro capite in Italia per Regione: con 277 litri al giorno per abitante supera la media nazionale di 215 (con una variazione di +4,9% nel 2020 rispetto al 2018) ed è “battuta” soltanto da Valle d’Aosta (438) e Trentino Alto Adige (291), segnalandosi come unica regione del Sud con questi parametri (la Puglia è la più virtuosa d’Italia con 155 litri). Su scala nazionale, «se si considera l’intensità dei prelievi ad uso potabile in combinazione con il dato di consumo di acqua in bottiglia (249 litri per abitante), doppio rispetto alla media europea (91,4 litri per abitante), l’Italia ottiene il preoccupante posizionamento tra i Paesi più “idrovori” d’Europa».

Le dighe

«Storicamente, il Sud del Paese rappresenta l’area più arida e con meno disponibilità di fonti sotterranee. Per questo motivo, le Regioni del Mezzogiorno sono quelle con un sistema di dighe più evoluto e adatto a condizioni emergenziali finalizzate all’accumulo idrico per periodi di siccità. Le dighe del Nord Italia – si legge nel documento – hanno generalmente una funzione diversa e sono perlopiù finalizzate alla generazione di energia idroelettrica». Con le sue 22 grandi dighe dall’età media relativamente giovane (50 anni come in Basilicata, solo Puglia e Molise fanno meglio), la Calabria è invece sesta quanto a volumi invasabili (586 milioni di metri cubi nel 2021, dati Ispra e ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) e settima per dimensione media delle grandi dighe (26,7 milioni di metri cubi, di poco sopra la media italiana che si ferma a 25,9): Basilicata e Puglia occupano i primi due gradini del podio italiano, con una capacità di invaso media di 65 e 60,2 milioni.

Il nodo del sistema fognario

Sono più di 600 i Comuni italiani che da oltre 13 anni sono senza dotazione di reti fognarie per le acque reflue urbane o nelle cui reti fognarie confluiscono acque reflue urbane non sottoposte, prima dello scarico, ad un trattamento secondario o ad un trattamento equivalente: questi agglomerati sono prevalentemente localizzati in Sicilia, Calabria e Campania. Un altro dato che deve fare riflettere è che ben 296 Comuni italiani sono ancora interamente privi del servizio di depurazione.

Sorical, gestione virtuosa

Il report di Ambrosetti riporta tra le altre cose «una nota positiva e di strutturale cambiamento dello scenario» in Calabria, «offerta dall’affidamento della gestione del servizio idrico di oltre il 95% dei comuni della Calabria a Sorical. Grazie a questa azione, il valore delle gestioni in economia per la Regione tenderà a 0 dal 2023. L’avvio delle attività di Sorical – si legge in questa quinta edizione del libro bianco – prevede due fasi. Nel primo semestre 2023, il subentro ai Comuni che gestivano il servizio in economia nel rapporto con l’utenza, nell’attività di lettura, fatturazione e riscossione. Nel secondo semestre 2023, è avvenuto il trasferimento degli asset e delle gestioni operative del segmento idrico e di fognatura e depurazione».
Una situazione finalizzata a «rafforzare la dimensione media degli operatori e ridurre le gestioni in economia, in particolare in alcune Regioni del Sud. In Calabria le gestioni in economia sono pervasive, servendo il 91% dei Comuni e l’82% della popolazione. Questa situazione è stata in parte superata nel 2023 quando Sorical, azienda partecipata dalla Regione, è diventata gestore unico del SII (Servizio idrico integrato, ndr) in Calabria. Grazie alla gestione unica, sarà possibile incrementare gli investimenti e distribuirli in modo coordinato sul territorio». (e.furia@corrierecal.it)

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