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Tre giorni di sospensione per aver «presumibilmente» violato i principi statutari della Cgil

La motivazione della decisione adottata a dicembre dal Comitato di garanzia interregionale del Sud del sindacato nei confronti di Scalese

Pubblicato il: 15/07/2024 – 18:22
di Gaetano Megna
Tre giorni di sospensione per aver «presumibilmente» violato i principi statutari della Cgil

CROTONE Il Comitato di garanzia interregionale del Sud della Cgil ha inflitto tre giorni di sospensione ad Enzo Scalese, segretario generale dell’Area vasta Crotone-Catanzaro – Vibo. La delibera n. 6 risale al 12 dicembre scorso, ma quello che è importante è la motivazione. Scalese avrebbe “presumibilmente” violato “i principi statutari” dell’organizzazione sindacale (articoli 5, 28 e 29), “nonché il codice etico”. In sostanza potrebbe avere favorito la pratica del lavoro nero. Nella ricostruzione dei fatti denunciati dal “presunto” lavoratore in nero, la presidente del Comitato di garanzia interregionale Sud, Isabella Paulucci, e i componenti Mauro Mariconi e Claudio Cipolla hanno potuto verificare che dal 9 febbraio del 2021, presso la sede di Crotone, è stato dato un incarico di lavoro “affidato tramite formale comunicazione dal segretario generale Scalese”. La persona affidataria “era parte di un progetto condiviso tra la Camera del lavoro territoriale e la Filcams nazionale”. Il finanziamento lo aveva garantito la Filcams nazionale. Il “dipendente” lavorava regolarmente, ma senza avere mai sottoscritto un contratto di assunzione o collaborazione. Sino a marzo del 2022 ha anche percepito un compenso mensile di 1.050 euro. La decisione di sospendere per tre giorni il segretario generale è stata assunta dopo una “dettagliata e circostanziata relazione degli istruttori”, “nonché i verbali di audizione” delle persone ascoltate e tendendo conto del fatto che “è emersa una gestione non corretta e rispettosa del regolamento della Cgil”. E’ emerso anche che ci sarebbe stata “una gestione non corretta e rispettosa del regolamento della Cgil e sono stati adottati una serie di comportamenti ed azioni che mettono a rischio l’immagine e l’integrità della Cgil e in termini legali l’Ufficio vertenze”. Il riferimento all’integrità dell’Ufficio del Comitato di garanzia interregionale Sud fa pensare che il “presunto” lavoratore in nero abbia prestato la propria attività in questo ufficio.

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