REGGIO CALABRIA Planati per loro fortuna senza passare dalle forche caudine dei lavori infiniti nel tratto cosentino dell’autostrada, i Grandi della Terra si muovono sul proscenio di uno Stretto ancora sgombero delle campate del futuribile Ponte. Una danza di abiti sartoriali e acconciature e fili di perle su abbronzature ancora accennate, la selva dei microfoni e telecamere, la foto opportunity, seguirà buffet e soprattutto manifesto-dichiarazione d’intenti puntualmente disattesi; poi a cascata una settimana di altisonanti dichiarazioni locali sulle magnifiche sorti e progressive della Calabria che finalmente si presenta senza il cappello in mano ma da protagonista nel cuore del Mediterraneo eccetera eccetera.
Tuttavia mentre i Big planetari del commercio discutono sulle sorti del mondo, un anonimo calabrese in fuga (ma di rientro estivo) sta per imbarcarsi da un grande aeroporto europeo direzione Sant’Eufemia, e sa che lo attenderà – dopo l’applauso dei compagni di volo una volta concluse le operazioni di atterraggio – il vero viaggio per rientrare a casa, a Cosenza. Più che viaggio, odissea: è noto infatti che una delle poche cose funzionanti in Calabria negli ultimi decenni (il servizio navetta Al Volo, inedito e virtuoso esperimento pubblico-privato) è stato puntualmente soppresso, dunque il malcapitato turista o comunque viaggiatore che dovesse atterrare ad esempio alle 20 a Lamezia avrebbe esattamente mezz’ora per completare le operazioni di recupero bagaglio per poi fiondarsi nella vicina (o quasi) e malcollegata stazione dei treni di Sant’Eufemia, dove alle 20.32 parte il convoglio per Cosenza: nel caso, molto probabile, dovesse mancarlo si tratterebbe di attendere giusto 3 ore per il primo autobus disponibile: sì, è più lungo il rientro a casa che il volo, e se non fosse vietato dalla legge verrebbe voglia di mettersi sul ciglio di una delle cento rotatorie a fare l’autostop come nei road movie Usa anni 70 (l’altra opzione cinematografica sarebbe quella di The Terminal: vivere in aeroporto).
«Fai amicizia con qualcuno di Cosenza in aereo!», il consiglio neppure troppo peregrino degli amici dell’expat, che in ogni caso da quest’anno ha a disposizione anche l’opzione Uber, non proprio gratuita ma meglio di niente…
Non suoni come qualunquismo ma questa è una storia, non certo inedita, della Calabria a due facce dove, in attesa che arrivi davvero l’Alta Velocità, in estate i voli si moltiplicano ma con essi non aumentano i collegamenti una volta che si è usciti dal gate.
I Grandi del G7 Italia sono stati condotti, vista la stagione, come quei crocieristi da toccata e fuga negli slum «molto pittoreschi» per parafrasare il tormentone di un vecchio personaggio di Enrico Montesano. Dalla navetta come dall’elicottero o dall’aereo sembra tutto perfetto, ai calabresi invece resta l’incazzatura mista a rassegnazione – chiamatela pure resilienza.
A proposito: che ne sarà stato del cervello in fuga in arrivo stasera, quando il buffet dei Grandi sarà finito, le luci spente, il documento finale vergato e i taccuini riposti? Appena prima di imbarcarsi ha lanciato un ultimo appello: «PAGO chi mi viene a prendere all’aeroporto di Lamezia Terme stasera alle 20h30 e mi porta a Cosenza».
(redazione@corrierecal.it)
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