PALMI «Le attività di controllo dell’Arpacal, sono naturalmente concentrate sulla valutazione degli inquinanti nell’aria. A questo scopo sono stati installati specifici campionatori detti “ad alto volume” nei punti di probabile maggiore ricaduta dei fumi. Obiettivo dei successivi controlli Arpacal sarà valutare il “top soil”: 10 centimetri del suolo su cui i fumi hanno la ricaduta. Ed è qui, sul suolo, che, sulla base delle analisi chimiche, andranno specificate le valutazioni per assicurare il ripristino del danno ambientale ancora da quantificare, causato dall’incendio ancora non del tutto domato, e prevenire pratiche come coltivazione di ortaggi sui suoli che risultano contaminati dalla ricaduta degli inquinanti presenti nell’aria». È quando riporta una nota dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’ Ambiente in merito all’incendio che si è verificato lo scorso 13 luglio all’interno di uno stabilimento utilizzato in passato come deposito di rifiuti e materiale plastico in contrada Torre Vecchia di Palmi, nel reggino.
«La tutela della salute – continua Arpacal – è un compito che richiede cooperazione tra enti e comunità, purtroppo colpita da un incidente grave per l’ambiente e per la salute umana. Immediatamente dopo l’incendio, sabato pomeriggio, i tecnici Arpacal si sono recati sul posto constatando la natura dei rifiuti interessati dell’incendio dell’impianto. Subito sono state disposte le misurazioni dalle cabine di monitoraggio e sono stati predisposti i controlli che solo a incendio domato possono essere effettuati. In via precauzionale, stante la tossicità dell’enorme nube di fumo, sprigionata dalla combustione di materiale plastico, incendi di questa portata raccomandano di non esporsi, come è stato fatto dal Comune di Palmi e dagli altri vicini, i cui sindaci hanno potere di ordinanza».
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