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La «coppia dello spaccio» in viaggio dalla Calabria alla Sicilia: la rotta della droga da Gizzeria a Messina e Catania

Dall’inchiesta della Dda, i ruoli di Papa e Sciuto indagati dopo il colpo all’arrivo in Sicilia con un carico di marijuana e 1.000 euro cash

Pubblicato il: 17/07/2024 – 7:00
di Giorgio Curcio
La «coppia dello spaccio» in viaggio dalla Calabria alla Sicilia: la rotta della droga da Gizzeria a Messina e Catania

LAMEZIA TERME Un carico di circa 2 kg di marijuana e una cospicua somma di denaro, oltre mille euro. È quanto avevano trovato i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Messina Centro a bordo dell’auto di Sabrina Sciuto, messinese classe 1982, fermata l’1 novembre 2020 per un controllo presso gli imbarchi della “Caronte & Tourist” alla guida di una Yaris, dopo essere sbarcata dal traghetto proveniente da Villa San Giovanni. Quattro sacchetti sigillati in plastica trasparente, nascosti all’interno di una scatola di cartone, al di sotto di uno strato di limoni e melograni.

L’inchiesta della Dda

Quanto basta per dare il via ad una corposa attività di indagine, culminata con l’operazione “Penelope” e l’arresto di 9 persone – 4 in carcere e 5 ai domiciliari – nell’ambito del blitz coordinato dalla Distrettuale antimafia di Messina. I sospetti dei militari si sono focalizzati sulla possibile esistenza di un gruppo criminale dedito al traffico di sostanze stupefacenti tra Calabria e Sicilia, puntando sulla figura di Luca Davide Papa, classe ’81 di Napoli ma residente e Gizzeria, in Calabria, anche lui imbarcato insieme a Sciuto ma a piedi e «in contatto» come sarebbe emerso dai controlli sugli apparecchi telefonici. Entrambi sono finiti in manette nel blitz dei Carabinieri di Messina. Gli accertamenti effettuati dagli inquirenti, dunque, avrebbero permesso di confermare che «il trasporto dell’1 novembre non fosse occasionale, ma costituisse una delle plurime occasioni di acquisito del gruppo in Calabria ai fini della successiva vendita», riporta il gip Arianna Raffa. Dopo l’arresto, infatti, «gli indagati hanno proseguito nella loro attività, programmando nuovi acquisti di sostanze stupefacenti da piazzare nel messinese» sottolinea il gip nell’ordinanza.  

Papa e Sciuto

Le risultanze investigative consentono per il gip di «ritenere acclarato un giudizio di gravità indiziaria in ordine alla partecipazione, in concorso con la Sciuto, di Papa all’attività di trasporto di sostanza stupefacente». Alla luce, poi, di quanto emerso dai GPS nonché dalle rilevazioni dei caselli autostradali i due indagati, alla guida delle rispettive autovetture, «avrebbero prelevato la sostanza stupefacente in Calabria, verosimilmente a Rosarno, trasportandola fino a Messina dove venivano fermati dai carabinieri» annota ancora il gip nell’ordinanza. Secondo il gip, inoltre, Sabrina Sciuto, amante di Davide Luca Papa e con il quale condivide azioni materiali e informazioni relative al gruppo, «lungi dal potersi considerarsi una mera connivente in virtù del rapporto privilegiato» scrive il gip «è parte integrante del gruppo criminale» offrendo un contributo, variegato, «che si rivela di concreto sostegno al gruppo». Papa «avrebbe offerto un concreto contributo all’operatività dell’associazione sin dall’origine dell’indagine» scrive il gip secondo il quale «l’attività era riconducibile al gruppo criminale essendo emerso non solo, in varie occasioni, il riferimento a “quelli di Bisconte” e cioè alla coppia formata da Fabio Fobert (cl. ’83) detto “U biondu” e finito in carcere, e Antonina De Marco (cl. ’87) finita ai domiciliari» ma anche ma la sussistenza di «plurimi contatti tra Papa e Fobert a decorrere dall’ottobre 2020 e, in particolare, subito dopo l’arresto della Sciuto», si legge nell’ordinanza.

Chiamate, SMS, WhatsApp

Eppure, durante i controlli, Papa avrebbe riferito agli agenti di trovarsi a Messina per ragioni familiari mentre dai controlli è emerso come ci fosse, in realtà, una fitta rete di contatti con Sciuto: 586 tra chiamate e SMS «di cui 33 contatti telefonici limitatamente al periodo dal 31 ottobre 2020 all’1 novembre 2020» si legge nell’ordinanza. L’analisi del telefono di Papa, dove il numero della Sciuto era registrato come “Amore Mio” «avrebbe confermato» annota il gip nell’ordinanza che «i due avessero effettuato il viaggio dell’1 novembre 2020 insieme ma su veicoli separati: giunti a Villa San Giovanni, in prossimità dell’imbarco, sarebbero avvenute chiamate WhatsApp e una serie di messaggi, anche quelli scambiati per darsi indicazioni per incontrarsi a bordo del traghetto». Inoltre, da ulteriori analisi, sarebbe emerso come la Yaris di Sciuto nell’arco del solo periodo dal 25 ottobre 2020 all’1 novembre 2020, «fosse transitata attraverso i traghetti della Caronte quattro volte e che la destinazione finale fosse Catania», annota il gip.

Le partenze da Gizzeria per raggiungere Messina e Catania

Delle ulteriori analisi della sua utenza telefonica, sarebbe emerso inoltre come Papa, relativamente al periodo intercorrente dal 1° ottobre 2020 al 24 novembre 2020, «avesse effettuato numerosissimi viaggi da Gizzeria (CZ) verso Messina, intrattenendosi uno o più giorni e che, nel solo mese di ottobre 2020, la sua utenza agganciava celle BTS di Catania per ben tre volte, due delle quali coincidenti con le trasferte effettuate dalla Sciuto», si legge ancora nell’ordinanza. È accaduto il 12 ottobre 2020, ad esempio, ma anche il 27 ottobre dello stesso anno. Nell’ultima occasione, annota il gip, Papa avrebbe effettuato «numerosi spostamenti, raggiungendo aree ad alta densità criminale quali Giostra, Graviteli, Carnaio Superiore e rione Provinciale» e dopo aver trascorso la notte a Messina, nel tardo pomeriggio del 28 ottobre 2020, «si muoveva verso Catania dove arrivava alle 19.38» mentre la mattina successiva si sarebbe trovato già a Messina. Sempre in compagnia della Sciuto. (g.curcio@corrierecal.it)

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