LAMEZIA TERME Un’aula bunker quasi completamente vuota: circostanza non casuale ma che si ripete quasi ad ogni udienza del nuovo processo “Maestrale-Carthago”. Un particolare sottolineato dall’avvocato Tommaso Zavaglia in apertura di udienza, questa mattina, davanti ai giudici del Tribunale di Vibo Valentia, formalizzando alla presidente Giulia Conti un’istanza da verbalizzare a fine udienza.
«Presidente, mi preme sottolineare come quest’aula – ha esordito Zavaglia – fosse stata scelta per motivi di sicurezza, considerato il numero di imputati. Mi tocca constatare, ancora una volta, la presenza di pochissime persone». E ancora: «Esclusa ovviamente la presenza del collegio – ha sottolineato Zavaglia – in questa enorme aula ci sono due avvocati, due imputati ai domiciliari e un solo giornalista». L’avvocato vibonese, parlando anche in rappresentanza della Camera penale di Vibo Valentia, ha precisato: «Dal parcheggio delle auto, comunque molto distante, ho dovuto affrontare anche un paio di cani randagi che hanno iniziato ad abbaiare contro di me, mettendo dunque a rischio anche la mia sicurezza».
Le precisazioni in aula dell’avvocato Zavaglia si rifanno alle polemiche scoppiate lo scorso mese dopo la decisione di trasferire la celebrazione del processo “Maestrale-Carthago” dall’Aula Bunker del nuovo Tribunale di Vibo Valentia a quella di Lamezia Terme, su insistenza della Dda di Catanzaro, con la Camera penale che aveva parlato di una «vera e propria limitazione ai diritti di difesa che derivano dalle decisioni assunte a discapito essenzialmente dei cittadini». (GiCu.)
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