LAMEZIA TERME «Min**ia non si può andare avanti qua con tuo compare! Ma non problemi così… tu non hai idea… Abbiamo dovuto tirare fuori 10 carte d’identità… una per ogni stanza…». A parlare è un professionista calabrese, nato a Reggio Calabria e residente a Messina. Al telefono è con Giovanni Bontempo, 46 anni, di Sant’Agata di Militello ma residente a Milano, imprenditore finito in manette nel blitz di questa mattina eseguito dalla Dia, su ordine del gip del Tribunale di Milano che ha accolto la richiesta avanzata dalla Dda del capoluogo lombardo guidata dal procuratore Marcello Viola e dall’aggiunto Alessandra Dolci. È il luglio del 2023 e i due discutono dell’organizzazione dei lavori concernenti il cantiere ANAS di Augusta di prossima realizzazione. Un appalto da ben 40 milioni di euro nell’ambito dei fondi garantiti per il Pnrr. I dialoghi tra i due sono incentrati sul reperimento di preventivi per la fornitura di materiali e servizi necessari all’avvio del cantiere. Come ricostruito dagli inquirenti, il reggino in buona sostanza «era colui che gestiva, in ogni sua parte, il cantiere dell’opera in questione».
Come ricostruito dagli inquirenti, infatti, le attività della “Infrastrutture M&B srl” con sede a Milano, realtà socioeconomica al momento più importante nella sfera imprenditoriale di Bontempo, partecipi con funzioni di co-amministratore, e peraltro in una posizione di evidente supremazia nei confronti di Bontempo, rispetto alle scelte imprenditoriali, il co-indagato Francesco Scirocco, 59 anni, di Gioiosa Marea (Messina). I due sarebbero legati al clan mafioso dei “Barcellonesi”, accusati di intestazione fittizia aggravata dall’aver agevolato Cosa Nostra mentre l’indagine, condotta dalla Dia e dal Gico della Gdf e coordinata dal pm Silvia Bonardi, si è sviluppata a partire da intercettazioni dell’inchiesta che due anni fa aveva portato all’arresto di un altro imprenditore edile e presunto affiliato alla ‘ndrangheta.
Come riporta il gip nell’ordinanza, «l’interessamento costante e in posizione direttiva di Scirocco risulta rappresentativo del fatto che, in realtà, la “Infrastrutture M&B srl” con sede a Milano, fosse il veicolo attraverso il quale le opere pubbliche venivano poi dirottate, per l’esecuzione, a manovalanze e mezzi provenienti da realtà imprenditoriali diverse e propriamente riconducibili a Francesco Scirocco» il quale, a causa del suo trascorso criminale non potrebbe allo stato ottenere pubblici appalti. Scirocco, infatti, è un imprenditore siciliano già condannato per concorso esterno in Cosa Nostra.
Dalle intercettazioni riportate nell’ordinanza il gip delinea la figura all’ingegnere calabrese «un ruolo tecnico gestionale del cantiere di Augusta, ma sullo sfondo sarebbe sempre presente la figura di Scirocco». Il ruolo di prim’ordine ricoperto da quest’ultimo sulla gestione del cantiere Anas di Augusta è «oltremodo confermato grazie alle conversazioni, tra le quali il raro contenuto di un colloquio telefonico al quale hanno partecipato Bontempo, lo stesso Scirocco e l’ingegnere reggino», annota nell’ordinanza il gip.
«Sono qua con Franco…» dice il reggino. «Ma quale Franco! quello là mi ha chiuso il telefono in faccia quando gli ho detto 1200 euro… per la figura di Responsabile del servizio di prevenzione e protezione…» risponde Scirocco. «(…) qua dovrebbe fare tutto… capito… il lavoro che sta svolgendo continua a svolgerlo lui…» risponde ancora il calabrese. «Stabiliamo! Lui un prezzo giusto che può essere… Io non ho idea… ti dico… veramente non ho idea io!» replica Bontempo. Dal contenuto emergerebbe chiaramente come Scirocco «si occupasse in prima persona di individuare il soggetto che dovrà ricoprire l’incarico di Responsabile del servizio di prevenzione e protezione del cantiere, così come del reperimento dei mezzi meccanici (escavatore in particolare) da utilizzare sul luogo dei lavori, palesando uno stato di aggiornamento sulla vicenda che nulla ha da invidiare a quello di Bontempo che, si ricorda, essere il titolare formale di una parte consistente dell’appalto», annota il gip nell’ordinanza.
Le mani sull’autostrada Catania-Augusta, ma anche un occhio in Calabria. Gli inquirenti lo capiscono da un incontro monitorato il 19 gennaio 2024 quando Scirocco e Bontempo giungono dalla Sicilia a Milano partendo dall’aeroporto di Catania e incontrano un soggetto non indagato che, dalle conversazioni intercettata, era solito riferirsi a Scirocco chiamandolo “patrozzo” e a Bontempo definendolo “zio”. «(…) ora là ci vuole subito un lavoro per pagare…» dice Scirocco all’uomo che risponde: «Ora mio zio (e indica Bontempo ndr) mi porta a Gioia Tauro, mi ha detto “là abbiamo un lavoro importante”» con Buontempo che replica: «(…) questo qua ora… perché appena arriviamo là troviamo 500 euro per terra…». E ancora l’uomo: «(…) infatti io gli ho detto “se dobbiamo fare questa operazione che è molto importante e delicata di Gioia Tauro” gli ho detto “non possiamo cugghiunare coi lavoretti”… dobbiamo essere compatti là… sia io che mio fratello…non è che è un lavoro di minchia… là è un lavoro che si deve seguire fisicamente, non solo mentalmente…». «Dobbiamo stare là presenti… il campo base è là il campo base, con tutti i bei container che abbiamo… si fa una bella illuminazione… una bella urbanizzazione…». (g.curcio@corrierecal.it)
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