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Asta Amaco, Rende: «Fallimento della politica. Sul bando vanno chiariti alcuni aspetti»

La consigliera comunale di Cosenza interviene sull’avviso di cessione del ramo d’azienda: «Silenzio da parte della Regione Calabria»

Pubblicato il: 19/07/2024 – 18:47
Asta Amaco, Rende: «Fallimento della politica. Sul bando vanno chiariti alcuni aspetti»

COSENZA «Tanto tuonò, che piovve! La pubblicazione del bando di avviso per l’asta relativa al ramo d’azienda TPL dell’Amaco ci obbliga a fare alcune considerazioni sia di carattere politico che sociale. La politica per l’ennesima volta ha deciso di non svolgere il proprio ruolo in modo propositivo attraverso la mancata costituzione di un tavolo di concertazione pubblico reale, come invocavamo già mesi fa, capace di decidere, tra regione, comune ed azienda, quando ancora sussistevano margini di azione “pubblica”, un percorso condiviso per evitare il fallimento, seguendo strade, anche queste suggerite, che già in passato avevano avuto esiti positivi (vedasi caso ATAM, Reggio Calabria)». Così in una nota la consigliera comunale di Cosenza Biancamaria Rende dopo l’apertura dell’asta per acquisire il ramo d’azienda Amaco (l’azienda di trasporto pubblico di Cosenza). «Invocavamo la necessità – prosegue Rende – di pensare una via di uscita che vedesse l’assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori in campo. Oggi, che tutto questo non è stato fatto, in un contesto in cui il comune di Cosenza ha solo un ruolo ormai quasi burocratico e non decisionale, appaiono evidenti il silenzio da parte della Regione Calabria, che nonostante le responsabilità e le competenze in materia di trasporto pubblico locale, non ha messo in campo nessuna azione reale per dare risposte ai lavoratori e agli utenti e di Ferrovie della Calabria, soggetto certamente non secondario, eppure ostinatamente silente, sulla vicenda. A questo punto, con il fallimento della politica che non ha voluto trovare veri spazi di confronto costruttivo, capiamo le ragioni del curatore fallimentare, il cui obbligo è quello di tutelare i creditori, partendo dai lavoratori che continuano a svolgere il proprio lavoro al meglio delle possibilità date. Crediamo, però, che sul bando vadano chiariti alcuni aspetti che rischiano di avere impatti occupazionali e sociali più che rilevanti. Tra questi, certamente quello per cui i lavoratori interessati al TPL sono 111 con la possibilità di attingere per ulteriori assunzioni ad un elenco aggiuntivo di 12 unità impegnate in altro servizio di cui oggi non si parla e che rimarrebbero senza nessuna prospettiva adeguata. L’indicazione che responsabilmente ci sentiamo di dare a chiunque risulti aggiudicatario del ramo di azienda, in esito alla procedura comparativa, è quella per cui è necessario garantire il servizio, renderlo efficiente per dare risposte ai cittadini-utenti. Obiettivo per raggiungere il quale, è essenziale che tutti i lavoratori vengano coinvolti. Noi – conclude la consigliera comunale – non demonizziamo il privato, ma riteniamo che le Istituzioni, anche se in notevole ritardo, possano ancora provare a dare risposte a tutto il personale dipendente di AMACO, rilanciando anche le prospettive di sviluppo nell’ottica sempre invocata e mai concretamente realizzata del bacino Unico dell’area urbana».

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