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Autonomia, i sindaci (di centrosinistra) delle città “rompono” con l’Anci Calabria

Fiorita, Caruso, Voce, Falcomatà e Romeo non partecipano all’odierna riunione e attaccano Succurro: «Associazione piegata a Regione e governo»

Pubblicato il: 19/07/2024 – 8:44
Autonomia, i sindaci (di centrosinistra) delle città “rompono” con l’Anci Calabria

CATANZARO «Poiché è passata infruttuosamente la settimana che doveva servire a trovare una sintesi per un documento unitario dell’Anci sull’autonomia differenziata, riteniamo inutile una nostra partecipazione al Consiglio convocato dalla presidente Succurro. Che peraltro, contravvenendo a un impegno che aveva assunto a Lorica, non ha inteso consultare i sindaci promotori dell’appello “UnasolaItalia”». Lo scrivono in una nota congiunta i sindaci (di centrosinistra) di Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia, Fiorita, Caruso, Voce, Falcomatà e Romeo. «È evidente – proseguono Fiorita, Caruso, Voce, Falcomatà e Romeo – che l’Anci calabrese non ha nessuna intenzione di chiedere il referendum abrogativo della legge Calderoli. La proposta della presidente Succurro di istituire un osservatorio sull’autonomia differenziata è praticamente una fotocopia della proposta di Forza Italia. Un modo elegante di non prendere posizione e consentire comunque l’attuazione della riforma. Mai nella sua storia l’Anci Calabrese si era piegata così al potere regionale e nazionale. Ci addolora constatare che l’Anci calabrese non tiene conto della posizione di 130 sindaci, tra cui tutti quelli dei capoluoghi e delle principali città, rappresentativi di un milione di cittadini calabresi. Noi andiamo per la nostra strada e proseguiremo nella nostra battaglia. Non è tempo di mediazioni al ribasso, di tattiche dilatorie. Fortunatamente ci hanno pensato le Regioni Sardegna, Campania, Puglia, Emilia Romagna e Toscana a chieder il referendum e – concludono Fiorita, Caruso, Voce, Falcomatà e Romeo – se questo non bastasse raccoglieremo mezzo milione di firme. Anci Calabria resti alla finestra e giri pure le spalle al popolo calabrese».

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