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Cosenza, il quartiere sospeso e la piazza circolare aspettando il distretto della Musica

La zona Riforma-Rivocati era il luogo della prostituzione ma sta per cambiare definitivamente volto. A settembre riparte il cineteatro Tieri

Pubblicato il: 19/07/2024 – 7:02
di Eugenio Furia
Cosenza, il quartiere sospeso e la piazza circolare aspettando il distretto della Musica

COSENZA È stato il primo piazzale di sosta e arrivo per i pullman della provincia e dell’hinterland nel dopoguerra, ora piazza Amendola si trova ad essere una cerniera tra il centro storico e la parte pianeggiante della città, a ridosso del centro.
Era periferia nord ma nell’arco di un secolo è divenuto centrale lo slargo che da qualche giorno mostra il suo nuovo volto dopo il restyling grazie a uno dei cinque interventi previsti dal CIS, zona che più di altre a Cosenza ha conosciuto diverse fasi: era il quartiere a ridosso del Busento che ancora oggi nella toponomastica riporta alle vicende storiche di inizio Novecento, sede del monumentale ufficio postale di piazza Crispi e, appena a ridosso, della prima grande scuola elementare ancora oggi attiva.

L’ingresso del cineteatro Italia “Aroldo Tieri”

Il teatro dalle quattro vite

E poi del palazzo dell’ex Gil, la Gioventù italiana del littorio, struttura riconvertita in cinema teatro intitolato una ventina di anni fa all’attore calabrese Aroldo Tieri. Negli ultimi anni il teatro – che nel 1990 fu occupato dagli attivisti poi fondatori del Centro sociale autogestito “Gramna” al Villaggio del Fanciullo di Caricchio – sta forse finendo di vivere una fase di lento e inesorabile declino, che però con la nuova assegnazione per la gestione (inaugurazione prevista a settembre) potrà tornare ai fasti di un tempo. Sarà la quarta ripartenza, che si spera definitiva e durevole, per questa costruzione caratterizzata dall’ingresso con una scala solenne che stride con il suo utilizzo di giaciglio per senzatetto.

Accanto, l’Auditorium Casa della Musica del conservatorio “Stanislao Giacomantonio” (gli spalti esterni sono da più parti criticati per il loro aspetto da cimitero militare statunitense), con i Giardini di Lucio, l’installazione dedicata a Lucio Battisti, rappresenta un piccolo indotto dedicato alla musica, uno degli indirizzi peraltro del liceo Lucrezia della Valle, tra gli istituti superiori più frequentati della città grazie alla sua offerta variegata.
Ma un’altra struttura importante per la città è il Centro di salute mentale, un anfratto per vite marginali che forse meriterebbe, insieme a un restyling, anche una maggiore organizzazione e copertura dal punto di vista delle risorse e del personale oltre che della sicurezza.

Liceali, prostituzione e commercio

Piazza Amendola era il luogo frequentato di mattina dai liceali ma che dal tardo pomeriggio e poi di notte si trasformava – proprio come piazza Crispi, ovvero le “poste vecchie” – in un non luogo di perdizione e di prostituzione.
Per tutto il ‘300 e il ‘400 era l’unica zona al di là del fiume abitata, anche grazie alla conformazione pianeggiante che dal XIII secolo permise di ospitare prima la fiera annuale dei Santi Matteo e Dionigi, poi la fiera della Maddalena (1416), antenata di quella di San Giuseppe. I Rivucati sono, secondo una delle tante letture storiche della toponomastica, una dialettizzazione del tardo latinismo “ad rivum casae” in riferimento proprio alle umili abitazioni di commercianti e artigiani.
Una vocazione commerciale rimasta nei secoli a venire: si spinge da sempre fino a piazza Amendola il mercato del venerdì, ma gli stand di venditori ambulanti periodicamente si affacciavano negli spazi destinati ai parcheggi, gli stessi che oggi sono ricoperti dalla nuova pavimentazione a spina di pesce incorniciata dalle panchine circolari, che rappresentano un unicum nella città e hanno fatto storcere il naso a più d’uno benché in realtà offrano la prospettiva di nuove forme di comunicazione.

L’antico quartiere nevralgico al ridosso della confluenza e degli accessi alla città vecchia, che per questo fu bombardato nel 1943 – ne restano i segni tangibili – è oggi punteggiato di palazzoni moderni mentre un nuovo cantiere di edilizia privata sta stravolgendo piazza Riforma, a meno di dieci anni dall’altrettanto discusso e coloratissimo rifacimento della pavimentazione. Le nuove insegne della ristorazione e persino un piccolo opificio-distilleria rendono tutta la zona frequentata anche dal popolo della movida: gli interventi di urbanistica una volta ultimati potranno accelerare questo fenomeno di riconnessione al tessuto cittadino in una porzione di centro che da anni sembra periferia.
Momento ok/ko: bene i lavori lampo (durati meno di un anno), un po’ meno la pulizia e la manutenzione del verde, qui come altrove maggiore cura e attenzione non guasterebbero. Elemento, questo sì, trasversale: che a Cosenza non vede differenze di censo.

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