COSENZA La Giunta delle Camere Penali, nel dare piena solidarietà all’avvocato cosentino Ugo Ledonne «minacciato di denuncia per “oltraggio a magistrato in udienza” lo scorso 10 giugno in Tribunale a Verona mentre, in aula, svolgeva la sua attività di difensore», si riserva di «assumere ogni iniziativa necessaria ad assicurare il libero esercizio del diritto di difesa costituzionalmente e convenzionalmente riconosciuto, nella piena convinzione dell’irrinunciabile funzione di garanzia che l’avvocatura svolge all’interno della giurisdizione, affinché episodi quale quello avvenuto al Tribunale di Verona non abbiano più ad accadere». Anche le Camere penali di Cosenza e di Catanzaro si sono mostrate solidali con il legale. I penalisti cosentini, nella loro nota, avevano sottolineato: «L’avvocato Ledonne si è legittimamente opposto alle domande formulate dal Giudice monocratico “in quanto ritenute nocive per la genuinità della testimonianza” e “inducenti il teste a fare confusione sugli eventi”. Il pubblico ministero, successivamente alla opposizione, non è intervenuto nel merito della stessa e neppure ha atteso la decisione del giudice; ha chiesto la trasmissione del verbale all’Ufficio di procura, così testualmente, “per il reato di oltraggio a un magistrato in udienza”. Lo stesso pubblico ministero, a fronte della immediata replica dell’avvocato, che ha rivendicato la legittimità della opposizione e ha chiesto al giudice di interloquire per precisarla, ha tentato di “zittire” l’avvocato prima della decisione del giudice, e gli ha rivolto l’inquisitorio ammonimento: “Lo farà in procura” ! Il fatto non è “semplicemente” grave e non può, soltanto, inquadrarsi nella generale violazione del diritto di difesa».
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