Regge anche davanti ai giudici della Corte d’Appello di Bologna il processo “Grimilde” nato contro la potente cosca di ‘ndrangheta dei Grande Aracri. Il collegio ha inflitto anche condanne più severe rispetto al precedente giudizio – riporta Gazzetta del Sud – come nel caso di Francesco Grande Aracri, capo indiscusso della cosca attiva a Brescello, condannato a 24 anni di carcere rispetto ai 19 e 6 mesi del dicembre 2022. Per il figlio Paolo, invece, i giudici hanno applicato 9 anni di detenzione che sono stati concordati tra accusa e difesa. L’operazione “Grimilde” era scattata il 25 giugno 2019 con l’arresto di 16 soggetti eseguito dalla Polizia di Stato. Un’attività investigativa eseguita sulla scia del blitz “Aemilia” del 2015. Il clan, secondo la tesi accusatoria, «in linea con le moderne strategie sociali della ‘ndrangheta, faceva in modo di accreditarsi a Brescello attraverso comportamenti apparentemente innocui, entrando illecitamente in punta di piedi nelle articolazioni economiche e sociali della città, cercando di scongiurare così reazioni di allarme sociale prefigurabili in presenza di episodi violenti e eclatanti».
Gregorio Barberio a 2 anni e 6 mesi di carcere:
Domenico Oppido, a 6 anni e 4 mesi;
Gaetano Oppido, 3 anni e 8 mesi;
Francesco Paolo Passafaro, 1 anno e 2 mesi;
Giuseppe Passafaro, 1 anno e 2 mesi;
Pietro Passafaro, 2 anni;
Matteo Pistis, 2 anni e 4 mesi;
Roberto Pistis, 2 anni;
Antonio Rizzo, 1 anni e 4 mesi;
Salvatore Caschetto, 8 mesi;
Nunzio Giordano, 1 anno e 10 mesi sospesi (assolto).
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