ROMA Per ogni euro in più al Nord il Sud paga tre volte. In un dossier pubblicato oggi da La Repubblica su dati dell’Osservatorio conti pubblici dell’Università Cattolica si calcolano gli effetti della legge Calderoli ipotizzando un danno dell’14% per il Pil nazionale.
In sette regioni del Nord e del Centro il gettito fiscale prodotto supera le spese di 95,9 miliardi di euro, un contributo positivo ai conti nazionali (Lombardia al top con 48,8 miliardi di residuo fiscale) mentre nelle restanti – tra cui tutte quelle del Sud – si spendono 64,2 miliardi più del gettito prodotto: la differenza di 31,7 miliardi – annota Filippo Santelli sul quotidiano romano – tiene in positivo il bilancio nazionale (saldo dell1,8% del Pil). Ma se le Regioni del Nord volessero trattenere risorse pari al 2% della loro ricchezza lorda quell’1,8% scenderebbe allo 0,4%. «Per evitarlo lo Stato potrebbe decidere di far pagare il Mezzogiorno, riducendo i trasferimenti. Il problema – si legge nell’articolo – è che l’economia del Centro-Nord vale il 78% del Pil nazionale mentre quella de l Sud solo il 22. Significa che ogni punto di Pil trattenuto dalle regioni più ricche “peserebbe” tre volte e mezzo in più per quelle più povere».
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