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La ricerca

Sistema immunitario più giovane grazie ad una molecola

Secondo gli studi funziona nei topi e apre a future terapie contro le malattie autoimmuni

Pubblicato il: 21/07/2024 – 7:57
Sistema immunitario più giovane grazie ad una molecola

ROMA – Una molecola è in grado di ringiovanire il sistema immunitario: si chiama Pepitem, ha dimostrato di funzionare nei topi e potrebbe contrastare lo sviluppo di malattie autoimmuni, nelle quali il sistema immunitario aggredisce l’organismo cui appartiene, come l’artrite reumatoide e il diabete di tipo 1. Lo indica la ricerca coordinata da Myriam Chimen, dell’università di Birmingham, e pubblicata sulla rivista npj Aging. Che le aggressioni da parte dello stesso sistema immunitario diventino più frequenti con l’invecchiamento era noto, non le cause. Importanti indicazioni in questo senso erano arrivate nel 2015 dalla scoperta di una molecola Pepitem, acronimo Peptide Inhibitor of Trans-Endothelial Migration, avvenuta nella stessa università britannica, che si riteneva avesse un ruolo in molte malattie dovute a risposte errate del sistema immunitario. Il nuovo studio ha sperimentato la molecola Pepitem nei topi, mettendo a confronto popolazioni giovani con popolazioni anziane, e ha permesso di comprendere meglio come la molecola influenzi l’attività dei globuli bianchi (leucociti), in prima linea nel contrastare le aggressioni all’organismo da parte di agenti esterni come virus o batteri. E’ emerso così che la molecola Pepitem è prodotta dai linfociti B, ossia dalle cellule del sistema immunitario che sono addette alla produzione di anticorpi, che la sua azione viene innescata dall’ormone chiamato adiponectina e si riduce nei topi anziani. «Abbiamo dimostrato un declino correlato all’età nel percorso Pepitem-adiponectina e dimostrato l’influenza che questo ha sul traffico di cellule T, come osservato nell’infiammazione», ha osservato Chimen. «Questi risultati davvero entusiasmanti aumentano la possibilità di sviluppare un agente gero-protettivo che non solo riduca l’eccessiva infiammazione in età avanzata ma – ha aggiunto – supporti anche una buona funzione immunitaria negli anziani». Tra i prossimi obiettivi del gruppo di ricerca è dare il via nei prossimi anni a sperimentazioni sull’uomo, con l’obiettivo di sviluppare nuove terapie per malattie come l’artrite reumatoide e il diabete di tipo 1.

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