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La denuncia

Case famiglia, l’Ambito 1 di Cosenza l’unico a non aver adeguato le rette

La denuncia del Coordinamento per i Minori della provincia di Cosenza. Le rette, dal 2024, sarebbero dovute passare da 32 euro a 86 euro

Pubblicato il: 22/07/2024 – 13:16
Case famiglia, l’Ambito 1 di Cosenza l’unico a non aver adeguato le rette

COSENZA «Caro Sindaco, purtroppo ci risiamo, ancora una volta veniamo presi in giro, raggirati dalle stesse istituzioni che dovrebbero tutelare i bisognosi e i più deboli, nella fattispecie parliamo dei minori ospiti e delle comunità alloggio per minori (ex case-famiglia) che svolgono storicamente un servizio di grande importanza e di enorme utilità sociale». Inizia così la lettera che il Coordinamento per i Minori della provincia di Cosenza ha indirizzato ai sindaci dei comuni che ricadono nel territorio bruzio e nell’hinterland per sensibilizzarli in merito al mancato adeguamento delle rette approvato con D.G.R. N.499 del 26 Settembre 2023.

L’appello

«A partire dallo scorso gennaio 2024, le rette che consentono alle comunità alloggio per minori di gestire le esigenze quotidiane dei giovani ospiti, sarebbero dovute passare dagli storici 32 euro a 86 euro», spiega Gianni Romeo, che oltre a rappresentare il coordinamento è anche lo storico presidente della Cooperativa La Terra che opera sul territorio cosentino da oltre 40 anni. «Così non è stato e solo nell’Ambito 1, vale a dire quello di Cosenza. Non altrove. Solo in una delle province più povere d’Italia!». L’amarezza è tanta e tangibile tra gli operatori che oggi giorno cercano di barcamenarsi per offrire standard elevati di assistenza ai piccoli, a volte piccolissimi ospiti delle strutture cosentine. «Nessuno si è ricordato dei lavori fatti, del personale da assumere obbligatoriamente, delle certificazioni di qualità e di tante altre pratiche burocratiche (tante ahinoi inutili!) che ci hanno costretto a fare…indebitandoci e ricorrendo a stratagemmi per trovare qualche soldo. Ora diciamo basta!» si legge ancora nella lettera. L’idea, ora, è quella di porre la questione all’attenzione della Procura della Repubblica, per capire se quello che si sta perpetrando ai danni di una intera categoria sia lecito. «Offrire una sorta di rimborso spese, un ‘contributo di solidarietà’ pari a 31 euro, adeguato al costo della vita di oltre 30 anni fa è ridicolo oltre che mortificante. Pretendiamo delle spiegazioni al più presto», aggiunge Romeo. La questione è destinata ad avere un seguito per le vie legali, dunque, se gli uffici preposti ovvero l’Ufficio di Piano del Comune di Cosenza non si siederà a tavolino per porre rimedio a questo increscioso inconveniente. Intanto nelle case famiglia si continua a lavorare, per garantire a bambini e ragazzi che non possono far rientro nelle proprie famiglie, un periodo di vacanza quanto più spensierato possibile, nonostante tutto.

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