«La valorizzazione di un territorio passa anche dalla qualità della sua comunità, della sua cultura, delle sue tradizioni, dell’esperienza maturata, dagli stili di vita, dal rispetto degli altri. La Calabria ha una lunga storia da difendere e da far conoscere, soprattutto oggi che nella regione sembra che stiano spegnendo i principi della solidarietà. Inutile nasconderlo, ma va sempre più di moda guardare al proprio interesse, senza porsi domande sui riflessi che una iniziativa può avere sugli altri. Si dice che sia frutto dell’egoismo dell’uomo. Può anche essere, ma quando si agisce per ottenere ciò che altri non hanno o non gradiscono, può anche essere criticabile. Questa regione dà tempo chiede di essere messa alla pari con i territori che già dispongono di collegamenti ferroviari di ultima generazione. E finalmente, a breve, dovrebbero iniziare i lavori per dare ai calabresi la possibilità di usufruire dell’ “alta velocità ferroviaria” (per il momento solo sulla linea tirrenica).
Ciò significa concedere a questa regione quello che altrove funziona da decenni: inutile aggiungere “in barba al principio dell’uguaglianza finora solo decantato alle nostre latitudini”. Così avremo l’alta velocità ferroviaria in Calabria anche se in tempi più lunghi considerato che, secondo consuetudine, qualcuno tenta di apportare al percorso, il che non solo ritarderebbe i lavori, quanto ne allungherebbe il percorso. Si chiede infatti che l’alta velocità ferroviaria attraversi la città di Cosenza e non più Paola che attualmente è la “stazione di smistamento” dalla quale partono e arrivano i convogli per i territori dell’entroterra. D’altronde, come si ricorderà, anche l’autostrada subì modifiche strutturali perché il tracciato potesse attraversare la città di Cosenza. Diverso è modificare quello ferroviario per fare salire l’alta velocità in alta collina. Sarebbe inverosimile, stante che il fine verrebbe ad essere compromesso da un “desiderio”. A quel punto tutti vorrebbero che i treni attraversassero la propria città, ma le tratte ferroviarie ubbidiscono ad altro. Si comprende il desiderio dei cittadini cosentini; inutile negare che farebbe piacere a tutti salire in treno a Milano, a Roma o a Napoli e scendere a pochi metri dalla propria abitazione; senza contare che sarebbe soprattutto un “distinguo” non da poco e quel poco deve essere suo. Si tratta, questa volta, di un desiderio difficilmente esaudiente perché sarebbe di nocumento all'”alta velocità” e ai viaggiatori che vedranno allentare, più che avvicinarsi, la loro destinazione».
x
x