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Cosenza, scatta il blitz: una mamma acquistava droga per il figlio – NOMI

Operazione denominata “Lockdown”, i carabinieri hanno raccolto la testimonianza di oltre 300 assuntori

Pubblicato il: 24/07/2024 – 9:28
Cosenza, scatta il blitz: una mamma acquistava droga per il figlio – NOMI

COSENZA Il 24 luglio 2024 la Procura della Repubblica di Cosenza, con la collaborazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, supportati dalle articolazioni dell’Arma competenti per territorio, dallo Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria, dal 14º Battaglione Carabinieri Calabria e dal Nucleo Elicotteri Carabinieri di Vibo Valentia, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di misura cautelare personale emessa dal gip presso il Tribunale di Cosenza. Il provvedimento cautelare ha riguardato 49 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, lesioni personali, rapina ed estorsioni. Sono 22 i destinatari di ordinanza di custodia cautelare in carcere, mentre 27 sono i destinatari di ordinanza di arresti domiciliari con braccialetto elettronico.

I nomi

In carcere
Luca Ritacco
Nader Khalil
Agostino Ritacco
Daniele Perri
Christian Francesco Ruffolo
Idolo Iuele
Alessandro Morrone
Marcello Ritacco
Francesco Gagliardi
Gino Le Fosse
Enzo Bertocco
Fausto Guzzo Foliaro Corleone
Giuseppe Cascardi
Italo Garrafa
Riccardo Mignolo
Giuseppe Chianello
Francesco Bevilacqua
Antonio Bevilacqua
Giuseppe Muto
Hicham Bendikba
Toni Berisa
Salym Nabil

Ai domiciliari
Luca Retek
Fedele Pacia
Andrea Iuele
Sandro Maestro
Alessandro Di Fino
Armido Biagini
Sandra Benemerito
Pietro Alessio
Maurizio Altavilla
Mohamed Ben Hassen
Carlo Gagliardi
Lorenzo Nicoletti
Aristide Constant Bandjing Bossomo
Francesco Paco Critelli
William Zupo
Angelo Mancuso
Amedeo Pirri
Giovanni Bartucci
Giuseppe De Bartolo
Mariella Tenuta
Domenico Chianello
Francesco Carpino
Nabil Saidani
Gianni Lattari
Mattia Oliva
Alessio Carmine Tundis
Abderrahman El Ouafi

L’operazione

Nell’ambito dell’esecuzione del provvedimento cautelare è stato emesso un mandato di arresto europeo per la ricerca e cattura di un indagato residente in un paese dell’Unione Europea, con l’interessamento dei Servizi di Cooperazione Internazionale di Polizia Giudiziaria. Inoltre, si è reso necessario il ricorso alle Compagnie Carabinieri di Teramo, Corsico e Venezia – Mestre per l’esecuzione del provvedimento cautelare nei confronti di tre indagati, tutti localizzati nei rispettivi territori. L’articolata attività di indagine, avviata in pieno Lockdown eseguita dai Carabinieri della Stazione di Cosenza Centro, coordinati dalla Procura della Repubblica di Cosenza, ha fatto emergere la disponibilità da parte degli indagati di ingenti quantitativi di cocaina, eroina, marijuana e hashish, una capillare attività di spaccio svolta nella città di Cosenza e in altre città della provincia di Cosenza, anche con l’ausilio di stranieri operanti stabilmente sul territorio cosentino da anni, un numero elevatissimo di consumatori di sostanza stupefacente e, infine, oltre 400 episodi di cessione di droga.

Il caso

In tale contesto criminale è emblematica la vicenda di una donna attinta dalla misura cautelare degli arresti domiciliari per aver posto in essere, in diverse occasioni, un’attività di approvvigionamento di sostanze stupefacenti nell’interesse del figlio, impossibilitato all’epoca dei fatti a recarsi dai fornitori poiché sottoposto ad un provvedimento restrittivo emesso nell’ambito di un altro procedimento penale. Nel corso dell’attività di indagine sono stati tratti in arresto nella flagranza del reato 10 indagati e sono stati sequestrati diversi quantitativi di marijuana, cocaina, eroina e hashish. Al fine di documentare la fiorente attività di spaccio di stupefacenti, posta in essere dagli indagati in modo incessante anche nel periodo dell’emergenza Covi, i carabinieri della Stazione di Cosenza Centro, oltre all’ascolto di oltre centomila conversazioni, telefoniche ed ambientali, hanno proceduto all’escussione di circa 300 assuntori di sostanze stupefacenti che, confermando i rispettivi acquisti, hanno puntellato il quadro accusatorio emerso nei confronti dei destinatari del provvedimento cautelare.
Inoltre, alcuni indagati, anche confidando sulla disponibilità di armi da fuoco, hanno anche realizzato atti di intimidazione a danno dei rispettivi “clienti” per costringerli al pagamento dello stupefacente ceduto.
(redazione@corrierecal.it)

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