COSENZA La «condotta estremamente pregiudicata» di una madre che avrebbe acquistato droga per il figlio «a qualsiasi ora del giorno e della notte». È quanto gli inquirenti contestano a Mariella Tenuta, tra gli indagati dell’operazione denominata Lockdown che ha portato all’arresto di 49 persone (22 in carcere, 27 ai domiciliari). Le indagini, partite nel 2020 in piena emergenza covid, riguardano un giro di sostanze stupefacenti nel pieno centro cittadino di Cosenza tra “affari”, minacce e aggressioni. La donna, finita ai domiciliari insieme al figlio Domenico Chianello, è accusata, tra le altre cose, di aver procurato quantitativi di droga all’altro figlio Giuseppe, a cui è stata applicata la misura cautelare in carcere. Un modus operandi che avrebbe «meravigliato» anche uno dei pusher, sorpreso che il figlio avesse incaricato la madre per acquistare la droga.
Un vero e proprio “affaire” di famiglia, una vicenda che lo stesso gip definisce «esemplare» per spiegare come il commercio di stupefacenti costituisse per tutti gli indagati un «sistema di vita», ovvero la «loro esclusiva fonte di sostentamento» tanto che, Giuseppe Chianello, una volta finito ai domiciliari, avrebbe incaricato la madre e il fratello per continuare il giro illecito. Hashish, eroina, cocaina: sono diversi gli episodi “captati” dagli inquirenti in cui i tre famigliari avrebbero acquistato sostanze stupefacenti da un comune fornitore. In particolare, ad occuparsi degli acquisti sarebbe stato Giuseppe Chianello, fino al suo arresto avvenuto nel 2021, quando lo stesso viene trovato in possesso di oltre 160 grammi di cocaina. Posto agli arresti domiciliari, rilevano gli inquirenti, «subentrano la madre Mariella Tenuta e il fratello Domenico Chianello che si attivano per sostituirlo nei contatti e acquisti con i fornitori sia per assicurargli il fabbisogno personale dello stupefacente che la continuazione della sua attività delittuosa di commercializzazione dello stupefacente».
Secondo la ricostruzione degli investigatori, la madre avrebbe «provveduto ad acquistare» sia eroina che cocaina, poi consegnata quotidianamente al figlio ristretto ai domiciliari. Una condotta appunto definita «spregiudicata» che portava Mariella Tenuta «senza alcuna remora» e «a qualsiasi ora del giorno e della notte» ad acquistare lo stupefacente e trattare con i pusher. Soprattutto, sottolineano, la donna «si mostra essere a piena conoscenza di tutti gli affari illeciti del figlio». In diverse occasioni, sempre su incarico di Chianello, avrebbe anche scambiato somme di denaro per ripagare i debiti del figlio o, in un episodio, consegnato un computer a uno dei pusher, il quale saputo il legame di parentela si sarebbe «meravigliato» per il fatto che venisse incaricata la madre per l’acquisto di droga. In una delle conversazioni captate dagli inquirenti anche un “sussulto” protettivo della madre dopo l’ennesimo acquisto di droga, avvertendo il figlio che non avrebbe soddisfatto più alcuna sua richiesta di stupefacente invitandolo ad «avviare un percorso di disintossicazione». (Ma.Ru.)
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