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La Calabria si prepara alle due giornate di sciopero dei lavoratori della sanità

Braccia conserte il 16 e 23 settembre. L’annuncio di Cisl Fp, Uil Fpl e Fp Cgil

Pubblicato il: 24/07/2024 – 10:12
La Calabria si prepara alle due giornate di sciopero dei lavoratori della sanità

COSENZA Nella giornata di ieri i Segretari Generali della Calabria di FP CGIL, Alessandra Baldari, CISL FP, Luciana Giordano e UIL FPL, Walter Bloise, hanno incontrato al T Hotel di Lamezia Terme i Rappresentanti regionali e territoriali delle Associazioni datoriali UNEBA, AIOP, ANASTE, AGIDAE, ARIS, ANDIAR, CREA, UNINDUSTRIA SANITA’ calabresi.
Un incontro voluto dalle citate Associazioni al quale le Sigle confederali di Categoria
hanno aderito per mero garbo istituzionale visto che a livello nazionale è stato proclamato per il prossimo 16 settembre lo sciopero dei Lavoratori che operano nelle Strutture del Terzo Settore che applicano il CCNL UNEBA e per il prossimo 23 settembre lo sciopero di tutti i Lavoratori a cui si applicano i CCNL AIOP e ARIS Sanità Privata e AIOP e ARIS RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali).
Due scioperi inevitabili a causa della ostinata posizione delle Parti datoriali che continuano a subordinare il fondamentale diritto al rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro all’intervento delle Istituzioni pubbliche (Ministero della salute e
Conferenza Regioni) per la copertura del 50% del costo relativo ai rinnovi contrattuali. Condizione che di fatto sta bloccando il rinnovo del CCNL UNEBA 2020/2025, scaduto dal 2020, il rinnovo del CCNL AIOP-ARIS Sanità Privata (è il caso di rammentare che l’ultimo rinnovo contrattuale risale a 4 anni fa con la sottoscrizione del quadriennio 2016/2018, dopo 14 anni di blocco imposto dalle Parti datoriali) e la sottoscrizione del Contratto Unico di Settore per i Lavoratori della Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) che applicano il CCNL AIOP e ARIS, la cui firma avrebbe dovuto essere apposta entro il decorso 30 giugno, come stabilito in sede di sottoscrizione dei due Accordi Ponte con AIOP e ARIS RSA.
Uno stallo nelle trattative nazionali che penalizza pesantemente le Lavoratrici e i Lavoratori della Sanità privata, che rendono a tutti gli effetti un “servizio pubblico”, e le Lavoratrici e i Lavoratori di Settori delicatissimi che si prendono cura dei nostri anziani, autosufficienti e non, dei bambini e adulti con disabilità, delle persone affette da fragilità di varia natura (salute mentale, dipendenze, donne vittime di violenza e quant’altro). Non rinnovare nei tempi previsti i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro significa negare l’adeguamento dei livelli retributivi al costo della vita, non consentendo il recupero del potere d’acquisto degli stipendi eroso da un’inflazione a due cifre; significa inibire il pieno riconoscimento e la valorizzazione della professionalità di questi Operatori; significa non garantire le nuove tutele introdotte dalla vigente normativa. Ma soprattutto significa non riconoscere una parità di trattamento giuridico ed economico fra il personale della Sanità pubblica e quello della Sanità privata e del Terzo Settore, a parità di prestazioni lavorative e di professionalità.
Nel corso della riunione tenuta in Calabria, Baldari, Sciolino (FP CGIL), Giordano, Sera
(CISL FP) e Bloise (UIL FPL) hanno ribadito le ragioni della mobilitazione nazionale e delle due giornate di sciopero, evidenziando che in Calabria la situazione è ancora più grave anche a causa del disimpegno della Regione, che più volte sollecitata dalle Organizzazioni Sindacali non ha mai inteso instaurare un tavolo di confronto per affrontare in maniera strutturale tutte le questioni e le problematiche dei Settori in questione. Hanno, inoltre, chiesto ai Rappresentanti delle Associazioni datoriali di prendere le distanze, dalle posizioni espresse dai vertici delle loro Associazioni sulla
negoziazione relativa ai rinnovi contrattuali. Le Associazioni datoriali si sono dimostrate più preoccupate ad ottenere il sostegno delle Scriventi Sigle Sindacali finalizzato a chiedere congiuntamente alla Regione Calabria l’aumento delle rette per le loro rispettive Strutture, anziché cogliere le motivazioni delle parti sindacali. Posizioni troppo distanti per poter proseguire il confronto, che si è risolto con il mantenimento delle rispettive posizioni inziali, perfettamente in linea con quelle nazionali.
(redazione@corrierecal.it)

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