COSENZA «La città è invasa dalla droga». Una frase che ripetono in molti, anche gli assuntori. Di fatto, la fotografia reale di una città di provincia segnata dall’illecito arricchimento e dallo sballo a base di coca. È la realtà che emerge dall’inchiesta nome in codice “Lockdown“ dei carabinieri di Cosenza, che ha portato a ricostruire una fitta rete di traffico illecito di sostanze stupefacenti. Le piazze di spaccio «si estendono all’intero territorio cittadino, investito nel suo complesso – è scritto dagli investigatori nell’ordinanza – da questo fenomeno criminale di proporzioni ormai incontrollabili, senza lasciare la possibilità di tracciare un discrimine tra zone deputate allo spaccio e “parte sana” della città trasformata in un’unica, gigantesca, piazza di spaccio». Appostamenti, intercettazioni e sorveglianza: attività che hanno portato i carabinieri a delineare l’identikit dei pusher ed identificare i luoghi deputati allo spaccio nella città di Cosenza e nei comuni dell’hinterland bruzio. Un’attività costante e redditizia che immette «quotidianamente sul mercato illegale – si legge nelle carte – una considerevole qualità di sostanze illegali come marijuana, hashish, cocaina ed eroina, assicurando il fabbisogno di un numero considerevole di assuntori».
Un flusso di droga costante che non si è arrestato neanche nel periodo del Covid, quando le strade erano completamente deserte. Il lockdown «non ha comportato alcuna conseguenza per le attività delittuose oggetto del presente provvedimento». E dalla droga ad altri tipi di reato il passo è breve: «le indagini – è scritto – hanno evidenziato la disponibilità, da parte di alcuni indagati, di armi, atti di violenza, di un tentativo di omicidio ed estorsioni dirette al recupero di debiti contratti per l’acquisto di sostanze stupefacenti». La “droga parla” e parlano tanto anche spacciatori e assuntori, «utilizzando una terminologia dal significato facilmente decifrabile: “erba”, “fumo”, “fiore”, “pali”, “canna”, “bianca”, “nera”, “pippotto”». Parole che investono tutti, ma captate e ascoltate dagli uomini dell’Arma, che hanno ricostruito le modalità organizzative con cui lo spaccio dello stupefacente si svolge in città e nell’hinterland, svelando i venditori, le modalità di contatto, i luoghi di appuntamento e di incontro destinati alla consegna della sostanza. Un’inchiesta – l’ennesima – che racconta una Cosenza diversa e svela il volto nascosto di questa città.
(redazione@corrierecal.it)
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