NAPOLI Sono 120 le interdittive antimafia emesse dal prefetto di Napoli nel primo semestre 2024; nello stesso periodo sono 338 le istruttorie per verifiche che riguardano progetti finanziati con il Pnrr nell’ambito di piani urbani integrati e di progetti di rigenerazione urbana. I dati emergono dalla relazione sull’attività preventiva antimafia del primo semestre dell’anno in corso, realizzata nella provincia di Napoli e presentata dal prefetto del capoluogo partenopeo, Michele di Bari. Rispetto alle istruttorie per i progetti Pnrr «parliamo di attività che sono sottoposte a regime di verifica antimafia per circa 50 miliardi di euro» afferma il Prefetto. La maggior parte delle imprese colpite da interdittiva antimafia opera nel settore costruzioni e impianti. A seguire i settori consulenze e servizi vari; onoranze funebri; gestione rifiuti; commercio; alimentari e bevande; trasporti; settore agricolo, carburanti e strutture alberghiere. Delle 120 interdittive, 34 riguardano attività nella città di Napoli e 86 nella provincia. «Sono dati rilevanti, frutto anche di 16 accessi ai cantieri – dice il prefetto Michele di Bari – durante i quali sono state riscontrate una serie di irregolarità. Però questo lavoro ci dice anche che a fronte di opacità e di 120 interdittive antimafia, ci sono migliaia di imprese iscritte nella white list». Nell’ambito degli accessi ispettivi antimafia per la sicurezza sul lavoro, sono stati sospesi 3 cantieri pubblici Pnrr. Nei primi sei mesi del 2024, sono tre i protocolli di legalità stipulati e quattro sono in corso di definizione.
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