LAMEZIA TERME Ultima udienza prima della lunga pausa estiva. Questa mattina, dinanzi al Tribunale di Cosenza, si celebra il processo scaturito dall’inchiesta denominata “Reset“, coordinata dalla Dda di Catanzaro, contro la ‘ndrangheta cosentina. Che si apre – prima di riprendere a settembre – con le dichiarazioni spontanee rese da Remo Florio (difeso dall’avvocato Enzo Belvedere). L’imprenditore nel settore audiovideo è accusato di aver instaurato con l’articolazione di ‘ndrangheta riconducibile ad Adolfo D’Ambrosio «un rapporto di reciproci vantaggi nell’ambito del quale, forniva un contributo concreto, specifico, e volontario per il rafforzamento delle capacità operative dell’associazione di ‘ndrangheta».
«Da 40 anni ho questa azienda, non ho mai avuto problemi con la giustizia e conseguito utili di esercizio. Ho sempre ottemperato al pagamento delle tasse», esordisce Florio. Che poi spiega il tipo di attività portata avanti. «Forniamo servizi agli eventi, di qualsiasi tipo, ho acquisito esperienza e requisiti e lavorato anche fuori regione e all’estero. Abbiamo collaborato per eseguire dei lavori anche con le forze dell’ordine. Su Rende non ho mai fatto lavori, ho appreso nel processo che mi attribuiscono come soggetto vicino ai D’Ambrosio. Loro sarebbero presenti a Rende e dei grandi eventi svolti in quel comune non ho mai preso parte. La mia azienda sta andando alla deriva, ero un tuttofare». Al termine delle dichiarazioni, l’avvocato Belvedere ha annunciato la presentazione di una istanza di autorizzazione al lavoro per il suo assistito. Il pm della Dda di Catanzaro Corrado Cubellotti esprime parere favorevole sulla richiesta di autorizzazione al lavoro presentata dal legale. Il collegio giudicante si riserva di decidere.
(f.benincasa@corrierecal.it)
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