Ho sempre insistito e insisto ancora affinché si possa trovare un accordo con le opposizioni per la città unica di Cosenza, ma il Pd non deve nascondersi dietro ambiguità. È giusto e legittimo che le opposizioni portino proposte ed emendamenti, ma è altrettanto doveroso dire esplicitamente se si è favorevoli o meno. Io credo che il referendum sarà un grande esercizio di democrazia: i cittadini ci daranno la risposta democraticamente migliore e la accetteremo. Faremo campagna referendaria a favore della città unica e ci confronteremo con chi è contrario come accade in democrazia, mentre lasciamo al consiglio regionale la facoltà di scegliere quando sarà operativa la nuova città. È più apprezzabile chi si schiera apertamente contro piuttosto che chi usa bizantinismi, parla di percorsi da fare senza avere una posizione chiara. Ne mi pare opportuno definire questa legge totalitaria quando sono stati impiegati 14 mesi in commissione per discuterla, approfondirla, ascoltare tutti, fare studi di fattibilità. Io credo che si debba approvare la risoluzione e poi aspettare l’esito elettorale anche se so già che il referendum sarà impugnato. Ma questo, anche questo fa parte della democrazia e della legittimità ad agire. Per mesi abbiamo rivolto appelli al partito democratico che pure aveva inserito il discorso della città unica nel programma elettorale di Cosenza: non abbiamo ricevuto risposte chiare. Credo che non ci sia esercizio migliore della sovranità popolare così com’è accaduto a Casali del Manco: saranno i cittadini a decidere e noi faremo il nostro gioco democratico per sostenere le ragioni del si, convinti che si possa avere una grande occasione per tutta l’area urbana di Cosenza.
*Vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera
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