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Coca Connection nel Cosentino. «La droga non è oro, lo diventa quando si è disposti ad acquistarla»

L’insolita scoperta di un carico nascosto di polvere bianca. In città e nell’hinterland «lo spaccio viene gestito come il commercio»

Pubblicato il: 26/07/2024 – 16:04
Coca Connection nel Cosentino. «La droga non è oro, lo diventa quando si è disposti ad acquistarla»

COSENZA «Dottò li caricavamo di droga». Solo 24 ore fa, in video collegamento con l’aula bunker di Lamezia Terme, Luca Pellicori storico affiliato al clan Perna e oggi pentito narrava al pm della Dda di Catanzaro Corrado Cubellotti fatti e misfatti legati allo spaccio di droga nel cosentino. Panetti contrassegnati da simboli come quello della nota casa automobilistica “Ford” o con «il disegno di un pesce»: segni distintivi della provenienza della cocaina. La polvere bianca invade le strade di Cosenza e dell’hinterland bruzio, il prezzo di mercato è calato e la dose è diventata accessibile a tutti, soprattutto ai più giovani. Non c’è angolo della città dove non sia possibile acquistare della droga. Dal centro alle periferie si muove l’esercito di assuntori alla continua e ostinata ricerca di un pusher in grado di tenere sotto controllo l’astinenza. Come testimoniato nel corso dell’ultimo blitz coordinato dalla Procura della Repubblica di Cosenza, con la collaborazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza.

Spoto carabinieri cosenza
Il Colonnello Saverio Agatino Spoto

Dall’attività di indagine è emerso, tra i tanti segnalati dagli investigatori, un episodio con protagonista una mamma impegnata a procurare la droga per il figlio. «L’ultima attività conclusa – ha spiegato al Corriere della Calabria il colonnello Agatino Saverio Spoto, comandante provinciale dei carabinieri di Cosenza – ha evidenziato e ulteriormente confermato, purtroppo, una diffusione capillare in città della droga, che si insinua nel tessuto sociale ed è trasversale. Nessuna zona è esente dallo spaccio perché viene gestito come il commercio, dove c’è la domanda arriva la risposta. L’altro dato fondamentale, che ancora una volta trova conferma con l’attività investigativa, riguarda il business. La cessione di sostanze stupefacenti resta certamente tra quelle più remunerative della criminalità organizzata». E così, gli spazi occupati dai giovani attori della movida cosentina si trasformano di giorno in piazze di spaccio e di notte in piazze di sballo.




La cocaina tra le risme di carta

A distanza di pochi giorni dall’ultima operazione, giunge notizia di un maxi sequestro di cocaina nel Cosentino. La quantità di cocaina rinvenuta, circa 150 chilogrammi, ricorda la polvere bianca intercettata al Porto di Gioia Tauro. Nell’occasione, i panetti non sono stati occultati all’interno di un container di frutta esotica ma all’interno di bancali contenenti risme di carta, trasportate da un corriere in un magazzino adibito allo stoccaggio di materiali d’ufficio sito nel comune di Spezzano Albanese. Sono 140 i panetti intercettati dai carabinieri di San Marco Argentano, intervenuti sul posto. Il negoziante aveva ordinato oltre 20 colli di carta, ma preoccupato dalla forma di alcune scatole ha deciso di verificarne il contenuto: trovando all’interno pacchetti sigillati con il cellophane. L’insolita scoperta ha dato il via alle indagini e riportato la memoria all’operazione nome in codice “Valle dell’Esaro”.
Il gruppo di narcotrafficanti riconosciuto con sentenza in primo grado pronunciata dal Tribunale di Cosenza muoveva carichi di stupefacenti nel territorio che abbraccia i comuni di Tarsia, AltomonteSpezzano Albanese, San Lorenzo del Vallo e Roggiano Gravina. Una associazione “semplice” e non legata alla ‘ndrangheta, come ha spiegato nelle motivazioni il Collegio giudicante, ma con un unico e fruttuoso core business: il traffico di droga. Saranno 39 gli imputati chiamati a difendersi nel processo di secondo grado, al via ad ottobre.

Venditori di morte e assuntori

L’ennesimo colpo assestato dalle forze dell’ordine agli spacciatori e venditori di morte nel Cosentino impone una doverosa riflessione. Gli appetiti criminali destano evidentemente preoccupazione, ma non bisogna dimenticare che ad alimentare il traffico ed il mercato della droga sono i consumatori. Come ha avuto modo di ribadire più volte il pm della Dda di Catanzaro Alessandro Riello, nel corso della requisitoria nel processo “Valle dell’Esaro”, «la droga non è oro, lo diventa nel momento in cui c’è qualcuno disposto ad acquistarla».
(f.b.) (elv.mad.)



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