COSENZA «Siamo contrari, sia nel metodo che nel merito, alla legge riguardante la fusione dei comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero voluta dal centrodestra calabrese». Lo affermano la deputata Anna Laura Orrico, coordinatrice regionale del M5S, Davide Tavernise, capogruppo pentastellato a Palazzo Campanella, Giuseppe Giorno, coordinatore del Movimento per la provincia di Cosenza e Veronica Buffone, assessore al Welfare del Comune di Cosenza. «Nel metodo – dicono – perché riteniamo antidemocratico un provvedimento calato dall’alto, passato, letteralmente di notte, all’interno, fra l’altro, di una legge omnibus, e sostenuto da uno studio di fattibilità privo di risposte adeguate e concrete, di una visione. Nel merito, innanzitutto perché questa legge prevede un referendum che coinvolge a metà i cittadini e le cittadine in quanto ha valore soltanto consultivo ed in secondo luogo perché non interpella minimamente i rispettivi consigli comunali privati dell’opportunità di esprimere un parere attraverso apposita delibera così come avvenuto, ad esempio, nella fusione dei comuni di Corigliano e Rossano». «Il Movimento 5 stelle – prosegue la nota – è da sempre schierato per l’ottimizzazione della spesa pubblica come spesso avviene per l’unione dei piccoli comuni ma, a parte che non è questo il caso, non si può mica decidere sopra la testa dei cittadini di tre comunità senza considerare vincolanti né la loro volontà né quella delle istituzioni che li rappresentano proprio come le assise cittadine. Non vorremmo che questa corsa verso la ‘città unica’ a cui si è fino ad oggi assistito risponda a logiche che poco hanno a che fare con le reali esigenze dei territori ma piuttosto siano collegate ad interessi particolari orientati, invece, a mettere le mani sulla ‘città unica’».
«Convinti come siamo – concludono Anna Laura Orrico, Davide Tavernise, Giuseppe Giorno e Veronica Buffone – che la partecipazione parta dal basso e dall’ascolto continueremo ad incontrare, così come stiamo facendo con i nostri Gruppi territoriali dell’area urbana, cittadini, associazioni e realtà che fanno politica fra le persone comuni, e per le persone comuni, in modo da approfondire la questione ed innescare un dibattito aperto e trasparente».
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