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Grande Cosenza, ok allo slittamento di due anni voluto dal Pd (anche col sì del centrodestra)

Passa la legge sul referendum, strappo di Tavernise (M5S): «Il Pd difende gli interessi di chi deve finire il mandato a Cosenza»

Pubblicato il: 26/07/2024 – 19:12
di Eugenio Furia
Grande Cosenza, ok allo slittamento di due anni voluto dal Pd (anche col sì del centrodestra)

REGGIO CALABRIA Alla fine l’unanimità che il Partito democratico annunciava ieri non si è registrata: Cinque Stelle, Gruppo misto e Ferdinando Laghi (De Magistris presidente) non hanno firmato il documento vincolante del Pd sullo slittamento di un biennio (dal 2025 al 2027) per l’istituzione del comune unico Cosenza Rende Castrolibero. Ma come previsto, in Consiglio regionale passa la legge sulla convocazione del referendum consultivo obbligatorio sull’istituzione del nuovo ente comunale derivante dalla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero: ora il presidente Occhiuto ha il mandato di indire il referendum entro 90 giorni.
«Il campo largo è diventato un campo slim» ironizza Giuseppe Graziano (Unione di Centro), notando che «la minoranza è divisa su tutto, esprimendo tre posizioni: sì, no e astensione».  
Aprendo la discussione, Luciana De Francesco (Fratelli d’Italia), presidente della prima commissione, ha fatto un excursus sulle tappe dell’iter e le «straordinarie opportunità connesse alla conurbazione» dai tributi alla valorizzazione di eccellenze come l’Unical.
La proposta è stata letta da De Francesco, che ha letto il testo del quesito riportando le tre opzioni per la denominazione (Cosenza, Cosenza Rende Castrolibero, Nuova Cosenza), per il Pd ha parlato il capogruppo Mimmo Bevacqua ricordando che il gruppo nel marzo 2023 aveva abbandonato l’aula in occasione dell’approvazione della legge omnibus e in particolare di un emendamento che delegittimava il ruolo dei consigli comunali nei processi di fusione. «Armonizzazione, più tempo per governare il processo, sintesi» sono secondo Bevacqua alla base del documento firmato dai capigruppo e dal presidente del Consiglio Mancuso. «Si è partiti col piede sbagliato ma ora abbiamo la possibilità di arrivare alla meta, per la città unica si aprono nuove opportunità di sviluppo, investimenti e attrattività. Potevamo fare una battaglia di retroguardia ma non l’abbiamo fatta perché crediamo nei processi di fusione e non abbiamo paura delle sfide finalizzate al cambiamento e al bene dei calabresi. Su temi come questo, i trasporti, le aree interne e il nuovo ospedale di Cosenza il presidente Occhiuto ci troverà qui».
«Avrei preferito parlare di un altro referendum, quello abrogativo sull’autonomia differenziata» ha detto Antonio Lo Schiavo (Gruppo Misto), motivando il suo voto contrario e parlando di «un provvedimento pericoloso che introduce un precedente. Sono favorevole alle fusioni, alle Unioni dei Comuni e al ridisegno degli enti locali, ma no a una proposta che parte da uno spirito diverso dallo spirito costituzionale: non parte dal basso e dalle popolazioni, dalle delibere dei Consigli comunali che queste decisioni adesso devono subirle. La legge sul referendum, che io e Tavernise volevamo correggere già l’anno scorso magari sull’esempio dell’Emilia Romagna, frustra le popolazioni perché i comuni hanno pesi ed equilibri demografici diversi: non è una fusione ma una annessione. Le regole devono valere al di là del caso di Cosenza, noi siamo legislatori regionali. Irrilevante rinviare al 2027, allunghiamo l’agonia di Rende?» dove comunque si potrebbe andare al voto in autunno.
Si astiene invece Davide Tavernise, capogruppo del Movimento Cinque Stelle: «L’iter è stato distorto, le battaglie bipartisan vanno condotte fin da principio e non il giorno del voto, per difendere gli interessi di qualche consigliere comunale che deve finire il mandato. Mi auguro che pur trattandosi di un referendum consultivo la decisione dei cittadini conti anche in caso di no. E soprattutto che la Calabria sia la sesta regione a firmare il referendum contro l’approvazione dell’autonomia differenziata». Il collega Francesco Afflitto annuncia invece voto favorevole.  
Anche Antonello Talerico (Forza Italia, che comunque voterà sì) parla di «do ut des» a favore dell’amministrazione comunale di Cosenza che nel 2027 avrà così finito il proprio mandato a guida Franz Caruso. «È una strumentalizzazione politica». Annunciano voto favorevole anche Giuseppe Mattiani (Lega Salvini) parlando di «obiettivi ambiziosi ma perseguibili» dal punto di vista urbanistico e dei servizi, e Pasqualina Straface (Forza Italia) che riporta in prima persona, da cittadina di Corigliano Rossano, le grandi opportunità dal punto di vista fiscale e di attrattività negli investimenti non del tutto sfruttate nel caso del comune ionico: «Il pallino del processo aggregativo è saldamente in mano alla Regione. Il referendum, benché consultivo, dovrà essere tenuto nella giusta considerazione e sarà valutato approfonditamente in base al responso delle urne». Poi un attacco al Pd: «Mantiene il piede in due staffe per salvaguardare, e questo è anche condivisibile, la fine del mandato del sindaco di Cosenza. Ma la fusione è un tema importante per tutti noi al di là della tattica politica».
Franco Iacucci (Pd) definisce «superficiale e pretestuoso» chi dice che lo slittamento di due anni sia legato alla scadenza dell’amministrazione Caruso, «il quale peraltro rimane contrario alla fusione in questi termini»: «I due anni servono per armonizzare bilanci e uffici e redigere lo statuto. La competenza è sì del Consiglio regionale ma “sentite le popolazioni” e il referendum è la più alta dimostrazione di democrazia».
Il vicepresidente del Consiglio regionale Pierluigi Caputo (Forza Azzurri) ringrazia tutti i consiglieri e il presidente Occhiuto «che ci ha sopportato pur avendo altri problemi a cui pensare, ma conosce bene quel territorio. Oggi è una data importante verso la nascita della seconda città più grande della Calabria». Poi ricorda la legge regionale del 2006 modificata per «allinearla alla legge nazionale. Sono contento che il Pd e qualche altro consigliere di minoranza esprima un voto favorevole». Eppure da Cosenza, non solo il Movimento 5 Stelle ma proprio alcuni esponenti del Pd avevano espresso perplessità alla vigilia della seduta di oggi, durante la quale sono stati trattati anche altri punti come Arpacal, Calabria Verde e discariche.

Nella foto Luciana De Francesco e Pierluigi Caputo

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