REGGIO CALABRIA Grandi quantità di carta e cartone, autotreni con carichi al prezzo di 15 euro a tonnellata in partenza dalla Calabria e diretti dalla Piana oltre lo Stretto, in Sicilia «richiesti e ricevuti in modo illecito senza essere trattati». È uno degli spunti investigativi più significativi emersi dall’inchiesta della Dda di Reggio Calabria “Carta Canta” che ha portato al sequestro di aziende e quote societarie per oltre 20 milioni di euro. Gli inquirenti sono convinti di aver fatto luce su un articolato “modus operandi” criminoso, coordinato dai fratelli Rosario e Salvatore Rotolo, «nella gestione illecita di rifiuti nel settore della raccolta, gestione e lavorazione e rivendita non autorizzata della carta e cartone». E un filone porta dritto in Sicilia.
Perché come ricostruito nell’inchiesta, la “Rsr Ambiente”, nell’ultima fase della sua attività illecita, si sarebbe occupata di vendere la carta e il cartone che, illecitamente gestito all’interno della Eco.Rad. s.a.s., veniva poi ceduto come “materia prima secondaria” verso società-broker che avrebbero acquistato «nella consapevolezza che l’impresa dei Rotolo non avesse le autorizzazioni al recupero e pertanto non potessero né trattare direttamente con loro né tantomeno emettere il DDT (documento di trasporto ndr) necessario al trasporto». In ogni caso le “materie prime secondarie” sono considerate una sorta di «rifiuto depotenziato» che può essere gestito come «non rifiuto a patto che il riutilizzo nei cicli di produzione sia attuale, diretto, effettivo e dimostrabile».
Quello ricostruito dagli inquirenti, e riportato dal gip nell’ordinanza, è il solito «meccanismo fraudolento del conto lavorazione» anche verso una grossa azienda siciliana, al cui direttore commerciale e socio proprietario la Dda contesta la richiesta e la gestione illecita dei carichi di carta. La “Rsr Ambiente srl”, dopo avere fatto figurare il recupero del cartone presso la Eco.Rad., avrebbe emesso un DDT verso la società siciliana – con sede a Taormina – che tuttavia non avrebbe «effettuato il riutilizzo diretto come richiesto dalla normativa di settore» non essendo un’industria cartiera ma un broker che poi rivende il prodotto consegnatogli. Come annota il gip nell’ordinanza, la Rsr Ambiente, dopo aver fittiziamente ricevuto la carta mediante DDT da parte della Eco.Rad., «la invia a sua volta, sempre mediante DDT, alla sede legale dell’azienda siciliana che tuttavia non è un’industria cartiera, né effettua le necessaria operazioni di messa in riserva per il successivo riutilizzo nell’industria cartiera, rendendo così impossibile tracciare i rifiuti».
«Vedete che il nostro impianto, l’impianto non è di nostra proprietà, perché noi ci appoggiamo a questo impianto eh… noi siamo recuperatori…» «Ma il materiale… la bolla, chi la farebbe la bolla? (…) a me interessa che chi emette DDT che viene registrato come fornitore abbia l’autorizzazione…». «Sempre Rsr ambiente». È questo il tenore di una conversazione intercettata dagli inquirenti reggini. È il 18 novembre 2019 e a parlare sono il titolare della Eco.Rad. e il titolare dell’azienda siciliana. Il 25 novembre 2019, come annota il gip nell’ordinanza, si ha il «riscontro dei trasporti illeciti di cartone pianificati precedentemente verso l’azienda di Taormina». Salvatore Rotolo discute col fratello Rosario delle modalità di carico del camion che ritirerà per conto dell’azienda siciliana. Secondo gli inquirenti «la conversazione offre un riscontro granitico alle ipotesi di questa polizia giudiziaria». Rosario Rotolo, infatti, avrebbe chiesto al fratello «se hanno inserito nel DDT la destinazione del cartone. Salvatore risponde che hanno compilato il DDT secondo le direttive dell’azienda siciliana e che hanno indicato sul documento come destinazione «Taormina ovvero la sede legale dell’azienda e non di un impianto dove si esegue l’effettivo riutilizzo della carta».
Ma non è tutto. Come ricostruito dagli inquirenti, infatti, a sua volta l’azienda di Taormina «farà un suo DDT che, di fatto, farà scomparire la carta e che non consentirà la tracciabilità dal luogo di produzione al luogo di effettivo riutilizzo». «(…) ma ti hanno telefonato?» «Sì, dice che problemi non ce ne sono (…) gli ho mandato due messaggi e mi ha detto che problemi non ce ne sono… però mi hanno detto per questa mattina di non andare che c’era là…». È il 26 novembre 2019 l’azienda siciliana avrebbe dovuto ritirare un altro carico di cartone come pianificato nei giorni precedenti con la ditta calabrese. Per questo motivo i Carabinieri del NOE ha eseguito un accesso alla piattaforma Eco.Rad. per delle acquisizioni documentali. E Salvatore Rotolo, appresa la notizia, «ha immediatamente bloccato l’invio del camion da parte dell’impresa in Sicilia accampando la scusa che si fosse rotto il muletto di carico» annota il gip nell’ordinanza. Ma i due fratelli – ricostruiscono gli inquirenti – erano evidentemente preoccupati del controllo del NOE. Superate le preoccupazioni, gli inquirenti ricostruiscono ulteriori “contatti” tra l’azienda calabrese e quella siciliana: carichi di cartone «con la piena collaborazione della piattaforma Eco.Rad.» annota il gip nell’ordinanza. (g.curcio@corrierecal.it)
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