COSENZA Il gruppo del Pd ottiene il risultato auspicato alla vigilia per come annunciato, insieme ai vertici del partito provinciale, in conferenza stampa. Il Consiglio regionale ha approvato il documento politico vincolante, primo firmatario il capogruppo Mimmo Bevacqua e garante il presidente dell’Assemblea Mancuso, che rinvia lo scioglimento dei Comuni interessati a febbraio 2027 per fare in modo che il processo avvenga con i tempi giusti e dando la possibilità di avviare la macchina amministrativa per gestire al meglio la fusione. «Il gruppo del Pd è pronto ad accettare le sfide del cambiamento –spiegano i consiglieri regionali del gruppo del Pd – ma nel modo corretto e senza scorciatoie, confermando la contrarietà al metodo seguito dal centrodestra cosentino con l’inserimento in un provvedimento omnibus, approvato dal Consiglio regionale, della modifica dell’art. 4 della legge 15 del 2006 che elimina il ruolo dei Consigli comunali nei processi di fusione. Pur rimanendo ferme tutte le nostre critiche e la nostra contrarietà rispetto a tale metodo, abbiamo utilizzato quest’anno per avviare una campagna sul territorio di ascolto e confronto i cui contenuti costituiscono la base del documento oggi proposto e approvato. Un documento pienamente condiviso con il segretario regionale del Pd Nicola Irto, con la segreteria provinciale di Cosenza e con il presidente del Consiglio comunale di Cosenza, espressione del Pd, Mazzuca. Siamo convinti che i processi di accorpamento siano da supportare al massimo e abbiamo positivamente registrato la condivisione del Consiglio regionale della nostra proposta di far slittare la data di nascita del nuovo Comune a febbraio 2027. Il Pd cosentino raggiunge così il suo obiettivo della Città Unica di Cosenza lanciata già molti anni fa da autorevoli esponenti del partito. Ricordiamo, altresì, che in aula ieri è stata approvata soltanto l’indizione del referendum consultivo da parte del presidente della giunta regionale, mentre il documento politico approvato ieri non fa altro che vincolare politicamente un eventuale esito positivo della consultazione popolare per evitare la non governabilità dei processi necessari per realizzare una fusione e gestirla, invece, con tempi congrui e con buon senso».
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