CATANZARO La Calabria abbraccia le “Roi”. Al Magna Graecia Film Festival di Catanzaro arriva Michel Platini, il grande campione francese leader della fenomenale Juventus degli anni ’80 e poi anche dirigente internazionale (è stato presidente della Uefa). E’ Platini la guest star della seconda serata della manifestazione culturale giunta alla 21esima edizione: un tuffo nel passato glorioso del calcio da parte di Platini, che si sottopone alle domande del giornalista Sky Federico Buffa. Un fil rouge lega Platini alla Calabria e a Catanzaro, come ricorda lo stesso campione francese all’ingresso sul palco del Mgff: «E’ un piacere essere qui, 40 anni fa giocai qui e feci due gol e mi dissero “non farti più vedere”, ma ora dopo 40 anni sono qui ed è un piacere», dice Platini sorridendo, riferendosi a un Catanzaro – Juventus del 1983, gol dei giallorossi di De Agostini e poi doppietta di Platini per i bianconeri a ribaltare il risultato. Ad accogliere Platini, oltre al patron del Magna Graecia Film Festival Gianvito Casadonte, anche Massimo Mauro, a sua volta leggenda del calcio calabrese -è di Catanzaro – e soprattutto colui che raccoglie quel fil rouge, perché Mauro ha avuto la fortuna di giocare insieme a Platini con la Juve, vincendo anche uno scudetto. «Non parlare male di me», dice Mauro scherzosamente mentre abbraccia Platini. Che poi riannoda il nastro del tempo con Buffa, non prima però di aver sottolineato uno dei mali del calcio moderno; «Troppe partite in televisione, vedi i giocatori tutti i giorni e perdi così il piacere di vederli ancora», rimarca Platini.
Confida di avere avuto come modello preferito Johann Cruijff «ma nel modo di giocare eravamo completamente diversi». E poi tanti aneddoti, uno gustosissimo sull’avvocato Agnelli: «Fantastico… Quando ha festeggiato 70 anni sono stato invitato in mezzo a grandi personaggi, ho messo la cravatta nera, ero l’unico. Gli ho fatto un regalo, apre il pacchetto e ha fatto gli occhi così perché gli ho regalato il primo Pallone d’oro che ho vinto. Mi dice: è tutto d’oro? Alla fine – ricorda Platini – prende la parola e parla di quattro persone, la donna che l’ha cresciuto, di suo nonno, di Kissinger poi voglio parlare di Michel Platini… Ricordo cosa ha detto Agnelli: “Abbiamo preso un giocatore di un paese che non capisce niente di calcio e ha imparato a giocare al pallone”. E’ stato bellissimo». Alla fine dell’intervista Platini viene premiato con la Colonna d’Oro del maestro Spadafora ricevendo infine un omaggio nel segno della tradizione calabrese offerto dall’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo. (a. c.)
x
x