CROTONE Il commissario straordinario per la bonifica del sito di interesse nazionale, Emilio Errigo, torna a chiedere la realizzazione di una discarica a gestione pubblica per il conferimento dei veleni presenti nell’area industriale di Crotone. La richiesta, in linea con quanto sostenuto dallo stesso Errigo nell’audizione alla IV Commissione regionale della Calabria, arriva all’indomani delle modifiche approvate, a maggioranza, dal consiglio regionale della Calabria al Piano regionale dei rifiuti. Con queste modifiche è stato introdotto l’indice di pressione areale comunale, che dovrebbe impedire la realizzazione di una nuova discarica o l’ampliamento di quelle esistenti a Crotone, nel raggio di dieci chilometri. Non è stato, però, abilito la parte del capitolo 32 che prevede la realizzazione di discariche di scopo nelle aree inquinate soggette a bonifiche. Proprio nell’audizione alla IV commissione, Errigo aveva fatto riferimento ad un’area individuata in uno dei Comuni della provincia pitagorica dove realizzare la discarica di scopo per il conferimento dei rifiuti Tenorm con matrice d’amianto, che consentirebbe di chiudere il cerchio sulle attività da realizzare a Crotone per dare il via libera alle attività di bonifica. C’è da ricordare che nella conferenza dei servizi decisoria, tenutasi a Roma lo scorso 26 giugno, sono state date indicazioni per smaltire circa 700.000 tonnellate di veleni presenti nella discarica a mare: 360.000 tonnellate da trasportare nella discarica di Columbra a Crotone, il resto (quelli meno pericolosi) dovrebbero essere trasportati fuori dalla Calabria. Resta, però, da risolvere il problema dei rifiuti Tenorm con matrice di amianto, che Errigo vorrebbe smaltire in una discarica di scopo a gestione pubblica da costruire nei pressi di Crotone (a dieci chilometri?). Questo fa pensare che potrebbe esserci stato un accordo tra l’Eni, il governo della Calabria, ma anche con il Comune e la Provincia di Crotone per approvare le modifiche al Piano regionale dei rifiuti che salvaguarderebbe esclusivamente l’area appartenente a Crotone, lasciando così i veleni più pericolosi nel territorio, in parte a Columbra e per il resto a qualche chilometro di distanza. Se questa ipotesi dovesse trovare conferma quello che si è consumato nel consiglio regionale della Calabria, con l’approvazione della modifica al Piano regionale dei rifiuti, sarebbe stato un “teatrino” per favorire l’Eni nel suo progetto di lasciare in Calabria i veleni e risparmiare così una montagna di euro. D’altra parte nella prima stesura del Pianano regionale dei rifiuti, approvata in Consiglio il 12 marzo scorso, tutto era stato scritto su misura per favorire il progetto dell’Eni di lasciare a Crotone i veleni. Senza la “rivolta” di comitati e di alcuni partiti la patica sarebbe stata già chiusa il 12 marzo scorso. In una nota diffusa oggi, Errigo scrive che «si rende necessaria e urgente, per il bene dei crotonesi e della intera regione, la realizzazione di un nuovo impianto tecnologicamente avanzato a gestione e totale controllo pubblico (non escludendo il ricorso alla tecnologia della torcia al plasma) per il trattamento e conferimento dei residui dei processi di produzione e di consumo (rifiuti solidi urbani, rifiuti pericolosi e non), prodotti esclusivamente nell’area SIN». Anche i rifiuti non ritenuti pericolosi dovrebbero essere smaltiti in questo impianto pubblico. Questo significa che, ancora una volta, vengono messe in discussione le decisioni assunte in una conferenza dei servizi decisoria. Ribadiamo che il 26 giugno scorso era stato ipotizzato di smaltire fuori dalla Calabria le scorie definite non pericolose. «In questo periodo estivo, la struttura commissariale – scrive Errigo – sta operando attraverso intensi e costanti audizioni e interlocuzioni, con ricercatori universitari, istituti specializzati e centri di ricerca scientifica, per eliminare o contenere i danni causati all’ambiente marino e terrestre, alle risorse idriche e alle altre matrici ambientali compromessi da inquinanti e contaminanti di origine industriale anche attraverso l’attivazione di tutte le procedure amministrative utili successivamente, ad accertare e rimuovere la fosforite e gli altri contaminanti eventualmente presenti in mare». Concludendo, Errigo scrive: «Inoltre, a breve partirà lo smaltimento dei rifiuti non pericolosi presenti nelle discariche fronte mare vicine al fiume Esaro grazie al lavoro congiunto portato avanti in questi mesi con il MASE, il Dipartimento Territorio e Tutela dell’Ambiente della Regione Calabria, la Provincia e Comune di Crotone e con l’avvalimento tecnico della Società Pubblica di Ingegneria Ambientale SOGESID S.p.A., di ISPRA-SNPA e di ARPACAL».
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