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Bonifica a Crotone, il voto “beffa” in Consiglio fa infuriare il Pd – VIDEO

Per Barberio «territorio ancora beffato». Secondo Alecci è stata «mistificata la realtà» mentre per Amalia Bruni «la popolazione dovrebbe ribellarsi»

Pubblicato il: 01/08/2024 – 14:56
di Gaetano Megna
Bonifica a Crotone, il voto “beffa” in Consiglio fa infuriare il Pd – VIDEO

CROTONE Il gruppo consiliare del Partito democratico non è disponibile ad archiviare la delicata questione riguardante la bonifica del Sito di interesse nazionale di Crotone. Le ragioni di questa scelta sono state spiegate questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, tenutasi nella sede regionale del PD a Lamezia Terme. All’incontro con i giornalisti erano presenti il capogruppo Mimmo Bevacqua, i consiglieri regionali Amalia Bruni, Ernesto Alecci e Giovanni Muraca e il segretario provinciale del Pd di Crotone, Leo Barberio. Il Pd, quindi, non ci sta ad archiviare la vicenda dopo il voto “beffa”, che c’è stato nella seduta del consiglio regionale della Calabria dello scorso 26 luglio, che ha apportato modifiche «non sostanziali» al Piano regionale dei rifiuti.
Già perché le modifiche apportate non garantirebbero la salute dei cittadini e il Pd non «intende restare a guardare e continuerà, quindi, a denunciare le “bugie” della maggioranza che governa la Regione». Il punto di partenza – sempre secondo i Dem – deve restare la decisione assunta dalla Conferenza dei servizi decisoria, che ha sancito il principio che i veleni di Crotone devono essere smaltiti fuori dal territorio calabrese.

«Danno per il territorio crotonese»

Entrando nel merito della questione, Barberio ha ricordato che «nel 2019 era stata accettata l’idea di una messa in sicurezza, al posto della bonifica totale, proprio perché era stato deciso lo smaltimento fuori regione dei veleni; e visto che ora si intende cambiare le carte in tavola, lasciando i veleni a Crotone, il Pd chiede la rivisitazione dell’accordo e il ritorno ad un progetto di bonifica totale». Quello che si vuole realizzare ora, «va a danno, ancora una volta, del territorio crotonese». Il problema è rappresentato dal nuovo Piano regionale dei rifiuti, approvato lo scorso 12 marzo. «Pochi giorni dopo l’approvazione del nuovo Piano regionale dei rifiuti, l’Eni ha avanzato la richiesta di modifica del Pob fase 2 e a maggio scorso la società Maio Srl ha riproposto la realizzazione della discarica di Giammiglione».

Le ricadute negative

Il Piano regionale dei rifiuti, approvato lo scorso 12 marzo ha, avuto due ricadute negative per Crotone: la richiesta di Eni di smaltire i veleni nella provincia pitagorica e la ripartenza del progetto presentato da Maio. Nemmeno le modifiche apportate dal Consiglio regionale al Piano regionale dei rifiuti, nella controversa seduta del 26 luglio, avrebbero modificato le due ricadute negative. «Occhiuto è bravo a trasformare la verità, ma non può ingannare la gente visto che nelle delibere viene scritto il contrario di quello che dice». Le modifiche introdotte al Piano regionale dei rifiuti, infatti, non ostacolano la realizzazione della mega discarica di Giammiglione. C’è anche da aggiungere che, mentre alla Regione si grida al successo, il commissario della bonifica, Emilio Errigo, «torna a proporre la realizzazione di una discarica di scopo nel Crotonese». Il Pd aveva tentato di scongiurare la catastrofe per la popolazione di Crotone, proponendo un emendamento «per annullare la lettera “N” dell’articolo 32 del Piano regionale dei rifiuti, in deroga alla proposta della giunta regionale di introdurre il fattore di pressione areale e comunale, che prevede il calcolo su 70.000 metri cubi per chilometro quadrato. Se si utilizza lo strumento della deroga la discarica potrà essere realizzata anche nel centro di Crotone». È questo il timore dei dem. Utilizzando il calcolo dei 70.000 metri cubi su chilometro quadrato «nella provincia di Crotone potranno essere realizzate 110 milioni di metri cubi di nuove discariche».

«Mistificata una realtà che non esiste»

Il presidente Occhiuto, nel suo intervento, nell’aula consiliare, avrebbe mistificato la realtà raccontando una verità che non esiste. Nella sola città pitagorica i calcoli, infatti, dicono che «possono essere realizzate tre milioni e mezzo di discariche nelle aree a nord». «Sui tre punti approvati dalla maggioranza del consiglio regionale possono essere bocciati sia le cose dette da Occhiuto che i commenti del sindaco di Crotone, Vincenzo Voce». Alecci ha definito le affermazioni di Occhiuto un “corto circuito” in quanto le cose dette dal presidente sono il contrario delle affermazioni fatte «dal consiglieri Raso e Straface e dal commissario Errigo. Il braccio destro non sa quello che dice il sinistro», ha commentato Alecci.

L’emergenza sanitaria

Bruni, da tecnico della sanità, è entrata nel merito dell’incidenza elevata che i veleni di Crotone hanno sulle gravi malattie che colpiscono la popolazione pitagorica. «La popolazione dovrebbe ribellarsi», ha sottolineato Bruni, che ha chiesto che gli abitanti della città  siano «sottoposti ad una prevenzione stringente. Un fatto è intervenire quando un tumore è nella fase iniziale. Non si ottiene lo stesso risultato se, invece, si interviene quando un tumore è in stato avanzato». Occhiuto, nella sua qualità di commissario regionale, e il commissario dell’Asp di Crotone, Antonio Brambilla, «dovrebbero trovare il modo per interventi massicci di prevenzione». Muraca ha difeso le attività messe in campo dal Pd in difesa del territorio crotonese e ha definito «del tutte false le accuse arrivate dalla maggioranza e il Pd aveva ragione a presentare la proposta di abrogazione del punto N dell’articolo 32 del Piano regionale dei rifiuti». (redazione@corriereca.it)

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