COSENZA Oltre 25mila follower su fb e quasi 1.300 su instagram e, da qualche giorno, Dario Brunori tra i testimonial. Testimonianza è forse una parola chiave se si deve raccontare l’esperienza di Mare Pulito, «associazione indipendente e apartitica che si occupa di tutela del mare e si impegna attivamente per informare, sensibilizzare e mettere in pratica azioni concrete per la tutela delle acque marine» (ce ne eravamo già occupati qui). Un mix di community e servizio di pubblica utilità. Il suo motto? «Il mare ha bisogno di te, aiutaci a proteggerlo».
Davanti all’acqua sporca si prova spesso un senso di impotenza ma anche di disinformazione e forse parte proprio da questo doppio sentimento l’idea di questo gruppo di giovani attivisti che contro la lamentazione fine a stessa – anche sui social, soprattutto sui social – proprio sui social promuove inediti esperimenti di cittadinanza attiva “dal basso”, volendo usare una formula spesso abusata ma non certo in casi come questo, senza polemiche o sensazionalismi.
Non è infatti il caso di Mare Pulito, network che fa leva sulla omonima associazione no profit, un sito e una pagina facebook su cui inviare segnalazioni (dettagliate: una policy interna invita a specificare luogo e data dell’anomalia) ma anche attraverso cui leggere notizie sul tema e informarsi facendo leva su un approccio scientifico che non è mai accademico o eccessivamente specialistico: è il caso della recente intervista a Mariachiara Cantore, biologa marina dell’Università di Genova.
Non mancano le collaborazioni e sponde istituzionale (istituito un portale con la Regione) e le “vittorie sul campo”: in questi giorni a Reggio Calabria un caso segnalato da un follower del profilo social di Mare Pulito è stato risolto con l’intervento dell’amministrazione comunale, con un divieto di balneazione nelle acque antistanti il Parco Lineare Sud.
I temi trattati sono l’inquinamento dell’uomo («scarichi fognari urbani e industriali illegali, impianti di depurazione inefficienti o sottostimati, cattivo smaltimento degli oli, scarichi di plastica e immondizia di ogni genere sui fondali marini sono gli elementi che più di altri minacciano quotidianamente il nostro mare. E il responsabile è unico: l’uomo»), l’alterazione della biodiversità («L’inquinamento delle acque è causa diretta della perdita della biodiversità. Questo genera l’eccessiva proliferazione di specie vegetali dannose e riduce la fisiologica capacità del mare di autorigenerarsi) e la fioritura algale nociva: «Non tutte le fioriture algali – spiegano gli attivisti di Mare Pulito – costituiscono fenomeni naturali. Anche nei mari italiani esistono fioriture algali pericolose, che possono rivelarsi tossiche non solo per i pesci, ma anche per l’uomo. Una forte presenza lungo le coste può avere origine antropica, ossia essere provocata dall’uomo tramite l’uso di fertilizzanti agricoli, detersivi, acque non correttamente depurate. E’ per questo che la fioritura algale può rappresentare un segnale preoccupante, che tutti noi abbiamo il dovere di monitorare con attenzione».
Un post-tipo ci fa capire il modus operandi dell’associazione: «Analisi acque: com’è il mare da Sangineto a Diamante oggi? Inviateci sulla nostra pagina un video immediato non appena notate mare anomalo, associate coordinate della posizione da Google Maps e lasciateci un vostro recapito!». Puntualmente seguono migliaia di reazioni, la maggior parte con tanto di corredo fotografico o video.
Si tratta di un bollettino in tempo reale, in prima persona e in presa diretta sullo stato di salute del mare, in particolare il Tirreno e soprattutto del Cosentino – sebbene non manchino segnalazioni e richieste di chiarimento dal resto degli 800 chilometri di costa calabrese.
Soprattutto, tra i followers (la definizione preferita è «sostenitrici e sostenitori») non ci sono quelli che il poeta paesologo Franco Arminio chiama gli “scoraggiatori seriali” ma anche i calabresi e i turisti che vogliono segnalare il bello del nostro mare.
Se Brunori, che con la sua SAS ha cantato la bellezza del Tirreno cosentino raccontando un falò nella Guardia Piemontese di 4 decenni fa (non che allora la temibile “striscia” di sporcizia non esistesse) è il volto fresco e rassicurante di Mare Pulito, dietro questo logo biancazzurro c’è l’impegno di volontari e attivisti oltre che di competenze di area Unical e non solo. «Lo dico a Mare Pulito» sta diventando col tempo una filosofia di vita più che una “minaccia”. (e.furia@corrierecal.it)
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