COSENZA Una lunga notte di paura e di apprensione dopo la forte scossa di terremoto di magnitudo 5 che ha colpito il centro di Pietrapaola, nel Cosentino, localizzato dall’Ingv a una profondità di 21 km, ma che è stato avvertito in quasi tutta la Calabria e nelle regioni vicine. Poi, nella notte, altre scosse di minore intensità: ancora a Pietrapaola di magnitudo 2.3 e dopo anche a Bocchigliero, sempre nel Cosentino, di magnitudo 3.1 e 2.4.
«Siamo stati fuori da tutta questa notte, sin da subito» ha raccontato al Corriere della Calabria il sindaco Manuela Labonia. «Fortunatamente non abbiamo avuto problemi perché ci hanno tranquillizzato sin da subito, la scossa è stata molto profonda e questo in qualche maniera ci ha salvato. È stata particolarmente forte, comunque di magnitudo 5, le lascio immaginare che impatto, che violenza».
Una forte scossa sismica che, inevitabilmente, ha gettato nel panico gli abitanti di Pietrapaola. «Sì, c’è stato panico tra i cittadini, soprattutto quelli che vivono nella parte del centro storico, perché Pietrapaola è in parte un paese arroccato. Qui è stata molto più forte rispetto al mare perché l’epicentro era proprio su, nella zona collinare. Quindi c’è stata grande preoccupazione, grande paura».
«Siamo stati vicini alla popolazione – ha spiegato ancora il sindaco – unitamente a tutta la macchina della Protezione civile regionale. Abbiamo ricevuto immediatamente sostegno e aiuto dal presidente Occhiuto, dall’onorevole Graziano, dall’onorevole Straface, ci hanno sostenuto e ci sono stati vicini. È venuto qui a Pietrapaola Costarella, Fioriglio, i Vigili del Fuoco. Non siamo stati da soli, siamo stati accompagnati durante questo momento da tutti loro che ringrazio fortemente». «Questa mattina – ha raccontato ancora il primo cittadino di Pietrapaola – ci siamo risentiti con il Presidente Occhiuto per fare un’analisi della situazione e con Costarella per cercare di capire come muoversi, perché fortunatamente non vi sono stati danni a persone o cose, solo tanta paura. Ma finché si tratta di paura, insomma, va bene così, si spera che l’attività sismica cessi perché ancora si registrano piccole scosse di assestamento».
Nonostante non ci fosse una vera necessità, 25 perone hanno comunque deciso di dormire fuori casa. «Sì, hanno deciso così ma perché ad un certo punto c’è stato il fattore ansia e preoccupazione che, in questi casi, aumenta proprio nelle ore notturne prima di scemare, probabilmente con la luce del sole ci si sente più sicuri». «In 25 hanno deciso di rimanere qui nel punto di raccolta insieme a volontari della Protezione civile, una pattuglia dei Carabinieri, noi siamo rimasti costantemente in contatto. È vero, ci hanno detto che le case non avevano subito nessun danno, ma sono tutte sotto questi due rupi e quindi c’era la preoccupazione di rientrare». (redazione@corrierecal.it)
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