CATANZARO «Il problema non è discutere genericamente dell’autonomia differenziata, ma di come si entra nel merito di questa legge che in molti anche nel centrodestra hanno criticato, con in testa l’attuale presidente del Consiglio Regionale, Filippo Mancuso, che l’ha definita un “pasticciaccio” all’indomani della sua approvazione in Parlamento. E se dovessi giudicare dalla nota con cui i capigruppo della maggioranza hanno ritenuto di replicare al mio garbato invito alla riflessione, dovrei trarne la conclusione che il Consiglio Regionale della Calabria ben poco ha prodotto sulla materia, limitandosi a generici appelli al governo e a fumose iniziative. Non voglio dire che il centrodestra, di cui continuo a fare parte sia pure senza alcun ruolo istituzionale, ha voluto affossare la discussione, ma sicuramente ha sbagliato nell’evitare il dibattito sulla richiesta di referendum abrogativo. Il mio è stato un consiglio non richiesto, e forse a qualcuno sgradito, ad un centrodestra che sta lasciando ad un fronte molto ampio il vessillo dell’unità d’Italia e della difesa degli interessi del Meridione». A dirlo, l’ex presidente del consiglio regionale calabrese Mimmo Tallini.
«Io vedo un collegamento molto stretto tra le recenti e brucianti sconfitte nelle Città di Vibo Valentia e Corigliano-Rossano e l’ambigua posizione del centrodestra su un tema ormai molto sentito dalla popolazione. Senza contare che questa tattica del rinvio sta indebolendo a livello nazionale la credibilità della battaglia, sulla cui sincerità non dubito, che il presidente Occhiuto sta conducendo sia nei confronti del governo e sia all’interno del partito di Forza Italia per fare capire i rischi di questa legge. Non credo di essere il solo a pensarla così nell’elettorato di centrodestra. Un numero così impressionante di firme in pochi giorni non può essere solo frutto della mobilitazione del “campo largo” e dei sindacati. Solo per fare un esempio, anche consiglieri comunali di Catanzaro che militano in Forza Italia e che hanno un largo seguito elettorale hanno firmato per il referendum, dicendo di anteporre gli interessi della Calabria a quelli di schieramento e di partito. C’è una forte presa di posizione della Chiesa, sempre molto attenta ai problemi delle diseguaglianze e dei danni che la legge potrebbe produrre.
Ho rispetto per la proposta di investire le Università calabresi per un’analisi degli effetti della legge, ma voglio solo ricordare che questo lavoro è stato già fatto da istituti di ricerca di altissimo livello. Basterebbe ricordare la simulazione dello Svimez che ha ipotizzato nei prossimi anni uno svuotamento demografico del Meridione, con uno spostamento massiccio di popolazione dalle città del sud a quelle del nord. E così numerosi altri studi che hanno evidenziato come l’autonomia differenziata produrrà danni irreversibili alla sanità e alla scuola. Non ho le competenze giuridiche per prevedere se il referendum sarà ammesso o meno dalla Corte Costituzionale. Io dico solo che mi sembrerebbe giusto dare la parola al popolo su una legge che avrà un impatto così diretto sulla vita di ogni cittadino. Queste sono mie riflessioni che non hanno la pretesa di incidere o interferire nel lavoro del Consiglio Regionale che ha tutti gli strumenti per affrontare come meglio ritiene la materia, valutandone le conseguenze politiche e materiali».
(redazione@corrierecal.it)
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