COSENZA Era una delle porte della città, poi snodo sulla SS19 delle Calabrie come testimoniava una pompa di benzina oggi scomparsa. Oggi l’imbocco di corso Telesio è marcato da due insegne storiche dello street food cosentino – i panzerotti di Sasà e i gelati di Zorro – e intanto si prepara a cambiare volto: in attesa che si sblocchi lo stallo del vicino hotel Jolly, un altro ex albergo (il Bologna) è pronto a rinascere dopo aver incassato il sì unanime del Consiglio comunale alla procedura di vendita immobiliare all’Ordine provinciale degli ingegneri (la decisione arriva in attuazione del vigente “Piano delle alienazioni” del Comune di Cosenza). Ciò che trasforma la via principale del centro storico da quartiere dei commerci e dell’artigianato a distretto delle professioni, considerata la presenza da più anni dell’Ordine degli architetti: una mutazione sociale prima che urbanistica già avviata dall’insediamento, nei mesi scorsi, delle delegazioni dell’Unical.
Il 24 novembre 1959 fu travolta dall’alluvione Piazza dei Valdesi, su cui da poco troneggia un monumento dedicato alla Vittoria di Samotracia, nel luogo in cui fino ai primi anni Novanta insistevano le ultime “putìghe” di ortofrutta: oggi la piazza, nota un tempo come piazza del Popolo, ricorda nel nome l’eccidio della minoranza protestante ma nella toponomastica comune era anche la piazza della Fontana nuova, per distinguerla da quella – ancora esistente – che sgorga nella vicina piazza Piccola (o dei pesci, o delle uova) tra i pochi esempi di luogo con tre denominazioni, ognuna delle quali riporta a una caratteristica urbanistica o economica.
La svolta arriva a qualche mese dalla richiesta di acquisto da parte dell’Ordine provinciale degli ingegneri per destinarlo a sede degli uffici. L’acquisizione ha un importo complessivo di poco superiore a mezzo milione di euro (505.300,00) ma Palazzo dei Bruzi rimarca che «darà una continuità di fruibilità al nostro centro storico restando un luogo pubblico, fucina di idee ed orgoglio della nostra provincia» (ma adesso avranno bisogno di nuova collocazione Associazione nazionale dei carabinieri, Scuola forense e Piccolo Coro del Teatro Rendano). Di certo si prevede anche un aumento di presenze, se solo di considera che gli oltre 6.000 iscritti all’ordine degli ingeneri animeranno la città vecchia, già interessata dagli interventi di Agenda Urbana e del Cis, dall’arrivo dei 600 studenti della facoltà di Scienze infermieristiche nel vicino Chiostro di San Domenico e a breve da un’ulteriore integrazione da concedere sempre all’Unical. Intanto la Casa delle Culture ha iniziato la sua terza vita.
«Il centro storico deve essere il fulcro e il motore di sviluppo della città» ha commentato il sindaco Franz Caruso, prefigurando «forme incentivanti che possano servire per invogliare a investire nel centro storico» come una Zes (Zona economica speciale con sgravi fiscali) per invogliare commercianti e imprenditori a investire nella città vecchia: «Abbiamo bisogno di attività commerciali e botteghe d’arte al servizio di chi viene nella nostra città».
Intanto si attraggono presenze con iniziative immateriali e di socialità. La ripartenza del “Bologna” potrà far voltare pagina a un luogo spesso deturpato da bivacchi (come nel tunnel che porta da corso Telesio alla confluenza) o discariche come quella visibile nel primo slargo dopo il palazzo in questione, dove dopo anni è stata rimossa la Lancia Y10 dai finestrini sfondati.
Piccoli segnali di rinascita che possono passare da un museo del design o dalla rimozione dei cordoli della pista ciclabile su via Sertorio Quattromani – la strada che conduce al centro storico – o ancora dalle manifestazioni culturali attraverso cui riappropriarsi dei luoghi: è il caso dell’embrionale ma già attivo quartiere dei teatri e della musica in piazza Amendola, dove archiviato il successo di “Invasioni” a settembre debutterà il “Muina festival” ideato dalla consulta di intercultura; musica, sfilate e incontri nell’antico luogo dello spaccio e della prostituzione.
Nella foto di copertina l’ex albergo “Bologna” dopo il restauro (foto Luigino Capizzano da fb)
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