VIBO VALENTIA Si è avvalso della facoltà di non rispondere Aldo Corleone, 46enne nato a Cosenza ma residente a Vibo, dove secondo l’accusa avrebbe gestito un giro di prostituzione che coinvolgeva 19 donne. Nell’operazione condotta dalla Squadra Mobile di Vibo Valentia, Corleone è stato arrestato e posto ai domiciliari. Difeso dall’avvocato Gianpiero Calabrese, è stato convocato oggi per l’udienza di fronte ai pm, ma l’indagato ha deciso di non rispondere alle domande. Secondo l’accusa, in concorso con altre cinque persone, «favorivano o comunque sfruttavano l’attività di prostituzione» di 19 ragazze, tutte di origine straniera, provenienti per lo più dall’Asia e dal Sudamerica. Il tutto avvalendosi di alcune case site nel centro storico della città, anche agevolando gli spostamenti tramite un «servizio di navetta da/per Vibo Valentia».
Per attirare i clienti, le donne avrebbero utilizzato “bacheche” online e siti d’incontri sui quali sarebbero stati pubblicati e rintracciati numeri a loro riconducibili. Tra questi anche un luogo d’incontro, si legge nell’annuncio, «vicino al tribunale nuovo». Le indagini, partite da una segnalazione, hanno ricostruito i «sospettosi» movimenti di Corleone insieme alle donne nel centro di Vibo e a bordo di un’auto. Per l’accusa, oltre al «servizio di navetta» Corleone, insieme agli altri indagati, avrebbe garantito «approvvigionamento alimentare, reperimento e approntamento degli appartamenti dove svolgere l’attività». In sintesi, un supporto logistico dedicato alle ragazze «dietro la corresponsione di una certa somma di denaro a titolo di corrispettivo del servizio prestato». Sulla base di questa ricostruzione l’uomo è accusato di «favoreggiamento» e «sfruttamento» della prostituzione.
Gli investigatori avrebbero indagato sull’uomo seguendo i suoi movimenti insieme a quelli delle ragazze. Dagli immobili finiti nel mirino delle forze dell’ordine, Corleone sarebbe stato visto più volte uscire in loro compagnia. Sospetto per gli investigatori il viavai di ragazzi e uomini in quei locali, soggetti poi fermati che hanno confermato «l’attività di meretricio con diverse donne di origini straniere». In particolare, le donne avrebbero utilizzato per la loro attività «utenze telefoniche intestate a soggetti terzi». Anche Corleone, nel comunicare con le altre persone, sarebbe stato particolarmente attento, utilizzando solamente WhatsApp e cercando di evitare scambi di soldi in luogo pubblico, tanto da arrabbiarsi con una ragazza per avergli «consegnato in strada e non all’interno dell’abitazione» i soldi dell’affitto. «La gente – si sarebbe rivolto a una di loro – può pensare che sono un magnaccio vostro».
Gli inquirenti intercettano, in particolare, un episodio in cui Corleone parla con una donna dall’accento straniero. Quest’ultima, prima di ripartire in auto con lo stesso indagato, riceve una telefonata da un presunto cliente. Sarebbe stato lo stesso Corleone a rassicurarla sui tempi: «Vabbè non ti preoccupare ci andiamo dopo la, ti fai a questo e io ti aspetto in macchina, ti fai 50 euro». Una volta tornata in auto dopo circa un quarto d’ora, Corleone insiste nel discorso chiosando con la donna: «A me fa piacere quando lavorate almeno qualcosina me guadagno pure io». (Ma.Ru.)
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