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Gratteri: «Il mio sogno era rimanere in Calabria fino alla pensione». «Io in politica? Non sono un uomo di mediazione»

Il procuratore di Napoli a Locri: «Contro le mafie abbiamo bisogno di ingegneri informatici e hacker». Il messaggio ai giovani magistrati

Pubblicato il: 05/08/2024 – 15:37
di Mariateresa Ripolo
Gratteri: «Il mio sogno era rimanere in Calabria fino alla pensione». «Io in politica? Non sono un uomo di mediazione»

LOCRI «La mediazione vuol dire accordo al ribasso, quindi non fare ciò che serve e continuare a prendere in giro la gente. Io sono allenato a dire sempre quello che penso e ho detto sempre la verità. E se non potevo dire la verità perché non la potevo dimostrare, non per codardia, sto zitto, perché non voglio dare sazio a delinquenti e sporcaccioni che poi potrebbero passare pure per vittime». È un racconto a tutto campo quello che il procuratore di Napoli e già procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri ha fatto davanti a un folto pubblico presso la Corte del Palazzo di Città a Locri. Dalla presentazione de “Il grifone”, il nuovo libro scritto a quattro mani con lo studioso e scrittore Antonio Nicaso, alle criticità che colpiscono il settore della Giustizia in Italia, fino al racconto di una carriera che avrebbe voluto continuare nella sua regione: «Il mio sogno era rimanere in Calabria fino alla pensione», ha detto il magistrato di Gerace rispondendo alle domande di Enrica Agostini, giornalista Rai e Tommaso Labate, giornalista del Corriere della Sera. Durante l’evento Gratteri ha anche ricevuto dall’Avis comunale di Locri la benemerenza come socio donatore di lungo corso.

Nuove sfide contro una ‘ndrangheta proiettata al futuro

«Siamo partiti dall’idea di lavorare sul dark web che rappresenta la punta avanzata rispetto a quello che si può fare sia nel lecito che nell’illecito», ha spiegato il procuratore di Napoli ricollegandosi alle tematiche affrontate nel suo ultimo libro, in cui insieme a Nicaso analizza il modo in cui la ‘ndrangheta è in grado di cambiare continuamente volto e modalità di azione adattandosi a ogni contesto e riuscendo a muoversi su scala globale spacciando droga, riciclando denaro, compiendo truffe finanziarie e vendendo armi in ogni parte del pianeta, senza nemmeno doversi spostare da casa.
La criminalità organizzata ha oggi armi come «hardware e software sofisticatissimi, che permettono di insinuarsi negli angoli più oscuri del web, protetti non dall’antica omertà, ma dall’anonimato che lo spazio digitale consente di mantenere». Per questo è importante per le strutture investigative avere a propria disposizione personale in grado di affrontare indagini sempre più complesse: «Abbiamo bisogno di ingegneri informatici e buoni hacker». Ma «con questo sistema giudiziario non riusciremo a combattere le mafie», ha precisato Gratteri.

Le criticità. «Non esiste una ricetta. Bisogna avere una visione dell’Italia»

Carenza di personale, la legge sulle intercettazioni, il problema sovraffollamento, l’uso dei cellulari nelle carceri. Tante le criticità riscontrate e sulle quali l’ex procuratore di Catanzaro ha un’idea ben precisa: «Non esiste una ricetta per un problema. Noi dobbiamo avere una visione dell’Italia da qui a cinque anni che nessuno ha in questo momento, che nessuno sta avendo. Intanto la prima cosa che bisognerebbe fare – ha rimarcato Gratteri – è una legge che dica che tutte le riforme normative dal giorno in cui si è insediato il “Governo dei migliori” ad oggi devono essere abrogate, perché tutto ciò che è stato fatto sulla Giustizia durante il “Governo dei migliori” e durante questo Governo non serve a velocizzare i processi, a tutelare le parti offese e a rendere più sicuro un Paese», contribuisce invece a «rallentare la ricerca della prova, rallentare il dibattimento e il raggiungimento della sentenza». Positivo invece il giudizio sulla Commissione IA per l’informazione presieduta da Padre Paolo Benanti: «Stanno cercando di regolamentare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, plaudo a questa iniziativa».

Gratteri a Locri

«Il mio sogno era rimanere in Calabria fino alla pensione»

Passando poi alla sua carriera, parlando del lavoro svolto presso la Procura di Catanzaro, Gratteri ha più volte sottolineato la dedizione e l’impegno profusi per la realizzazione dell’aula bunker a Lamezia Terme e della nuova Procura all’interno di un convento del ‘400. Da qualche mese alla guida della Procura di Napoli, Nicola Gratteri parla con nostalgia della sua terra: «Il mio sogno – ha detto – era rimanere in Calabria fino alla pensione». Ma cosa lo aspetta dopo? Rispondendo a una domanda di Labate su un suo possibile futuro in politica, Gratteri afferma: «Non sono un uomo di mediazione. La mediazione vuol dire accordo al ribasso, quindi non fare ciò che serve e continuare a prendere in giro la gente». Un futuro però proiettato verso una delle sue passioni più grandi: l’agricoltura. «Quando finirò farò coltura intensiva». E infine un messaggio ai giovani magistrati: «Siate liberi e godetevi la bellezza di lavorare per migliorare le cose». (m.ripolo@corrierecal.it)

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