Sono passati 33 anni – era esattamente l’8 agosto 1991 – quando la nave Vlora proveniente da Durazzo sbarcò nel porto di Bari con oltre ventimila profughi Albanesi. Il dittatore comunista Enver Hoxha, che aveva governato per quattro decenni con il pugno di ferro tra il 1945 e il 1990 cadde a seguito di manifestazioni studentesche e si concluse nella prima metà del decennio. A quell’evento storico il regista calabrese Gianni Amelio, nel 1994, dedicò il film “LAMERICA”. I protagonisti della storia sono Carmelo Di Mazzarelli nel ruolo di Spiro ed Enrico Lo Verso nel ruolo di Gino. Tutto avviene nell’Albania degli anni novanta, dopo la fine del regime di Enver Hoxha e il crollo finanziario dovuto al passaggio al capitalismo. La caduta del comunismo in Albania era iniziata, come detto, nel dicembre del 1990 con manifestazioni studentesche conclusesi nella prima metà del decennio. La trama del film di Amelio s’intreccia in qualche modo con le motivazioni della visita che l’arcivescovo di Catanzaro, Claudio Maniago, insieme a un gruppo di sacerdoti diocesani, ha fatto nei giorni scorsi a Scutari, città meridionale dell’Albania al confine con il Montenegro. Un itinerario di fede, storia e cultura proposto dal tour operator “Sognare insieme viaggi”. La città albanese è tristemente nota per essere stata località dove si è consumata la persecuzione del regime comunista di Enver Hoxha verso i cattolici, gli ortodossi e gli islamici e che giunse a proclamare l’ateismo di Stato nel 1967, unico caso in Europa. Ci furono 38 vittime torturate fino alla morte, a causa della loro fede, beatificate da Benedetto XVI nel 2016. Sono stati beatificati il 5 novembre 2016, nella piazza davanti alla cattedrale di Santo Stefano a Scutari. La lista comprende due vescovi, 21 sacerdoti diocesani, 7 sacerdoti francescani, 3 gesuiti (due sacerdoti e un fratello coadiutore), un seminarista e quattro laici (compresa un’aspirante religiosa). A Scutari c’era una palazzina della Sigurimi nella quale aveva sede la spietata polizia segreta che vigilava sulla persecuzione contro i cattolici, insieme a ortodossi e islamici, durante il regime. Oggi quel sito è affidato alle Sorelle Povere di Santa Chiara (Clarisse), che hanno fondato un monastero che è definito “la piccola Auschwitz” di Scutari, dove i martiri del regime comunista continuano a parlare e a testimoniare Cristo. L’arcivescovo Maniago è stato accompagnato dal Vescovo di Scutari, Angelo Massafra, di etnia arbëreshe, che ha, fra l’altro detto: «Il male ha il tempo contato, non sappiamo quando finirà, ma il Signore è capace di trasformare la sofferenza in preghiera: alla fine trionfa sempre il bene!». La comunità arbëreshe di Calabria è molto numerosa, specie nella provincia di Cosenza con le municipalità di Lungro, Acquaformosa, Civita, Frascineto, San Demetrio Corone, Cervicati, Cavallerizzo, Falconara Albanese, Mongrassano, Cerzeto, Rota Greca, San Giacomo di Cerzeto, San Benedetto Ullano, San Giuseppe di Marri, San Martino di Finita. Nella provincia di Catanzaro: Caraffa di Catanzaro, Andali, Marcedusa, Vena di Maida frazione di Maida e la frazione Zangarona di Lamezia Terme; infine nella provincia di Crotone, con tre comuni: Carfizzi, Pallagorio e San Nicola dell’Alto.
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