REGGIO CALABRIA Sarà il cimitero di Armo, a Reggio Calabria, ad accogliere 22 salme appartenenti al gruppo dei migranti morti nel naufragio avvenuto lo scorso 17 giugno nello specchio di mare al limite delle aree Sar di competenza della Grecia e dell’Italia a circa 100 miglia dalla Calabria. Sarebbero 46, secondo quanto trapelato, i corpi recuperati. Tra i morti nella strage sulla quale indaga la Procura di Locri, ci sono anche tanti bambini. Nessuna conferma ufficiale, tuttavia, sui numeri da parte della Prefettura reggina e della Guardia Costiera che si è occupata dei soccorsi e del recupero in mare. Erano più di 60 – secondo i racconti dei superstiti – le persone a bordo della barca a vela partita dalla Turchia e naufragata al largo delle coste ioniche calabresi.
Una tragedia immane vissuta al porto di Roccella Jonica, dove i corpi dei migranti sono stati trasportati nelle ore successive al naufragio dell’imbarcazione. Uno scoppio o un guasto a bordo, la possibile causa alla base della tragedia, alla quale sono riuscite a sopravvivere solo 11 persone. E a oltre un mese e mezzo di distanza tanti corpi non hanno ancora ancora un nome. Nei giorni scorsi alcune salme sono partite dall’aeroporto di Reggio Calabria con destinazione Iraq a bordo di un Air Force, mentre in queste ore 22 salme raggiungeranno Reggio Calabria e saranno collocate provvisoriamente nella varie sale mortuarie, per poi essere inumate nell’area del cimitero di Armo, frazione collinare di Reggio Calabria, ristrutturato e risistemato per dare sepoltura ai migranti morti nel Mediterraneo e ai poveri della Città.
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«In queste settimane abbiamo lavorato per riuscire a reperire nuovi posti e dare degna sepoltura a queste salme», ha spiegato al Corriere della Calabria il consigliere comunale di Reggio Calabria Franco Barreca. Mercoledì mattina sarà celebrata una funzione religiosa dall’imam e dal vescovo Morosini o da un suo delegato. Sull’identificazione delle salme non è stato reso noto precisamente di quanti uomini, donne e bambini si tratti, né le loro nazionalità. (m.ripolo@corrierecal.it)
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