Luca Abete si è scattato ed ha pubblicato oggi il Selfie n° 5000 nell’ambito del suo progetto di comunicazione visiva OnePhotoOneDay. Un longevo format che lo vede raccontare la propria vita, con la pubblicazione di un selfie quotidiano, senza interruzioni, dal 1 dicembre 2010. «Tutto è nato per gioco 14 anni fa. – spiega Abete – I social network iniziavano a diffondersi, non c’erano gli smartphone con le fotocamere ed ero incuriosito dalle nuove fotocamere compatte tascabili che si affacciavano sul mercato. Pensai di lanciare una sfida a me stesso: pubblicare una foto che raccontasse un attimo della mia quotidianità ogni giorno. Se non fossi riuscito a farlo ogni 24 ore lo avrei sospeso. Doveva durare 1 anno, poi ci ho preso gusto e quasi senza accorgermene ho raggiunto questo traguardo incredibile».
Una foto al giorno, quindi, per raccontare un momento della vita da reporter televisivo tra la gente o di quella personale, per sorprendere e riflettere, ironizzare e veicolare messaggi sociali. Ogni foto, caricata sul portale di fotografia Flickr riporta un numero “stampato” in maniera digitale che attesta la pubblicazione associata quindi alla data. Un esperimento che, anticipando la moda del selfie, consente, oltre ogni riferimento personale del protagonista, di tracciare anche un’analisi dei radicali cambiamenti avvenuto negli ultimi anni. Luca Abete la ripercorre così: «L’evoluzione tecnologica è stata notevole. I primi selfie li facevo mettendo la fotocamerina su un appoggio e dando il via al conto alla rovescia dello scatto. Poi ho pensato di allungare il braccio e girare l’obiettivo verso di me, dando vita, con qualche anno di anticipo al classico gesto del selfie. Gli smartphone con fotocamera interna mi hanno consentito di avere azione più facile e maggiore qualità. Era una cosa nuovissima: le persone non erano pronte. Quando mi vedevano si offrivano per aiutarmi non capendo che il “gioco” stava proprio nel far tutto da solo».
Per questo Abete, viene considerato dagli addetti ai lavori uno dei precursori di questa tecnica di comunicazione fotografica. L’uso dello strumento fotografico in maniera non convenzionale ha attirato, pertanto, fin da subito l’attenzione delle riviste di settore, e lo ha portato ospite in seminari e convegni sulle nuove frontiere della comunicazione moderna. Rilevanti gli incontri avvenuti presso Officine Fotografiche a Roma, l’Università Federico II e il Suor Orsola Benicasa di Napoli, l’Università della Tuscia a Viterbo, le mostre fotografiche in centri culturali come Visiva di Roma e l’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Il progetto ha visto nel corso degli anni l’interessamento della FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) e di numerosi professionisti del settore fotografico. Loredana De Pace, fotografa e giornalista, autrice del libro “Tutto per una ragione”, ha dedicato un capitolo del suo lavoro al progetto fotografico One Photo One Day.
«All’inizio pensavo di realizzare un album solo per me stesso, per rivedere e rivivere attimi vissuti. – confessa Luca Abete – Non pensavo potesse attirare tanta curiosità. Questo dimostra, oltre ogni aspetto tecnico, che l’originalità, la voglia di sperimentare, l’impegno e la costanza, possono regalare soddisfazioni inaspettate. Conferma che ciò che inizia come un gioco può diventare qualcosa di sorprendente. Rivela che il tempo passa, i ricordi si perdono ma abbiamo uno strumento potente per immagazzinare attimi, non perderli e ritrovarli raccolti e a portata di mano». Tra i selfie più “visualizzati” ci sono quelli che ritraggono Abete nel backstage dei suoi servizi televisivi, in particolare quelli che restituiscono i momenti che seguono aggressioni subite. Molto apprezzati quelli scattati durante viaggi all’estero e quelli che lo vedono accompagnato da colleghi e personaggi noti. Foto simbolo e momento culminante di questo percorso è il selfie con Papa Francesco, scattato a Roma durante un evento motivazionale che ha visto Abete incontrare 7000 giovani accorsi da tutta italia in Vaticano.
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