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Rapine a portavalori, sequestrati beni per 300mila euro a un 46enne

Nel 2016, con il benestare della ‘ndrangheta, assalì un caveau nel Cosentino

Pubblicato il: 09/08/2024 – 9:34
Rapine a portavalori, sequestrati beni per 300mila euro a un 46enne

ANDRIA I carabinieri del comando provinciale di Bari, a conclusione dell’attività investigativa che aveva già portato alla confisca di un patrimonio di un milione di euro, hanno eseguito un ulteriore decreto di confisca penale diretta, emesso dalla Corte di Appello, Terza sezione penale di Bari su richiesta della Procura Generale della Repubblica di Bari, a carico Carmine Fratepietro, 46 anni, già condannato per riciclaggio, ricettazione, rapina ai danni di portavalori e porto illegale di armi. Il valore del patrimonio, formalmente intestato alla compagna, è stimato in oltre 300 mila euro ed è rappresentato dagli arredi delle due ville già sottoposte a confisca lo scorso 9 luglio, ad Andria (Bat).Il provvedimento della Corte di Appello di Bari accoglie la proposta della Procura Generale della Repubblica di Bari, che in considerazione delle condanne definitive dell’indagato, ha formulato la richiesta sulla base dell’attività eseguita dal personale del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari, distaccato presso la Procura Generale e di ulteriori accertamenti patrimoniali effettuati dalla Sezione specializzata del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Bari che hanno ricostruito gli introiti dell’intero nucleo familiare. Fratepietro è accusato di aver fatto parte del commando paramilitare composto da circa 10 persone che il 29 febbraio 2016 assaltò un furgone portavalori, sulla strada statale 16 nei pressi di Trinitapoli, che trasportava circa 3 milioni di euro destinati ad uffici postali ed istituti di credito. Il colpo, che durò appena 5 minuti, fruttò al gruppo criminale 725 mila euro, perché entrò in funzione il congegno di sicurezza che saturò il vano di carico con una schiuma. I malviventi si garantirono la fuga occupando le vie di accesso al luogo della rapina con auto e mezzi pesanti rubati ed incendiati nonché asfaltando la strada con decine di chiodi artigianali a quattro punte. E’ stato anche condannato per aver partecipato, il 4 dicembre 2016, insieme ad altre 15 persone, nel comune di Caraffa (Cosenza) e con il benestare delle ndrine calabresi, all’assalto presso il caveau di una società di vigilanza, con l’utilizzo di una ruspa dotata di martello pneumatico che consentiva di rubare 8,5 milioni di euro. È stato condannato per un altro assalto a un furgone portavalori, avvenuto il 19 ottobre 2015 a Bari, nei pressi della strada statale 16, dove insieme a 15 persone, travisati ed armati kalashnikov, sono stati portati via centinaia di migliaia di euro da un furgone diretto alla Banca d’Italia per depositare il denaro prelevato da diversi istituti di credito.

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